Costo del lavoro e della manodopera

È nota, nella giurisprudenza amministrativa la distinzione tra “costo reale”, costituito da quanto dovuto dal datore di lavoro per il singolo lavoratore quale sia il numero di ore effettivamente lavorate e il “costo della specifica commessa”, il quale, per svariate ragioni, può essere riferito al “costo totale reale”, vale a dire alla somma del costo reale di ogni singolo lavoratore (la distinzione è in Cons. St., sez. V, 4 dicembre 2017, n. 5700; ma si rinviene anche in Cons. St., sez. V, 18 dicembre 2017, n. 5939).

L'operatore economico, del resto, può sempre mediante l'organizzazione della sua impresa realizzare economie di scala (così Cons. Stato, sez. V, 17 maggio 2018, n. 2951) che rendono il costo del lavoro offerto inferiore a quello di altro operatore pur a parità di ore lavorate (che il costo del lavoro non sia uguale per tutte le imprese che partecipano ad una procedura di gara, cfr. Cons. St., sez V, 12 giugno 2017, n. 2844; Cons. Stato, sez. III, 12 febbraio 2016, n. 589).

È per questo, allora, che il costo del lavoro deve essere sempre calcolato tenendo conto delle ore effettivamente lavorate (giurisprudenza costante, ex multis, Cons. St., sez. III, 9 novembre 2018, n. 6326; Cons. St., sez. V, 20 giugno 2018, n. 3800; V, 12 giugno 2016, n. 2815; III, 25 novembre 2016, n. 4989).

Nel caso di offerta di un operatore economico che preveda la turnazione dei lavoratori nell'esecuzione del servizio affidato, in applicazione dei principi esposti, il costo del lavoro va calcolato in ragione delle ore lavorate dai singoli lavoratori; sono queste le ore di lavoro effettive per l'esecuzione del contratto che prescindono dalle ore complessive nelle quali il lavoratore potrebbe svolgere anche altre prestazioni.