Principio di equivalenza ed onere probatorio

L'articolo 34, paragrafo 8, della direttiva 2004/17/CE del Parlamento europeo e del Consiglio, del 31 marzo 2004, che coordina le procedure di appalto degli enti erogatori di acqua e di energia, degli enti che forniscono servizi di trasporto e servizi postali, deve essere interpretato nel senso che, quando le specifiche tecniche che figurano nei documenti dell'appalto fanno riferimento a un marchio, a un'origine o a una produzione specifica, l'ente aggiudicatore deve esigere che l'offerente fornisca, già nella sua offerta, la prova dell'equivalenza dei prodotti che propone rispetto a quelli definiti nelle citate specifiche tecniche.

Le ragioni ed il principio di diritto enunciati dalla sentenza del 12 luglio 2018 nella causa C -14/17 ben possono essere applicati anche con riferimento all'art. 60, paragrafi da 3 a 6 della direttiva 2014/25/UE, atteso che il paragrafo 4 -che sostanzialmente riproduce il paragrafo 8 dell'art. 34 della precedente direttiva- non riguarda né il momento in cui l'offerente deve dimostrare che la sua offerta ottempera ai requisiti figuranti nelle specifiche tecniche, né i mezzi di prova a disposizione di quest'ultimo; con la conseguenza che tali elementi restano assoggettati alle regole generali contenute nei paragrafi 3, 5 e 6 dello stesso art. 60 della direttiva 2014/25, corrispondenti ai paragrafi da 3 a 5 dell'articolo 34 della direttiva 2004/17.

L'art. 68, co.6, del d.lgs. n. 50 del 2016, a sua volta riproduttivo dell'art. 60, paragrafo 4, della direttiva 2014/25, va perciò interpretato nel senso che, quando le specifiche tecniche che figurano nei documenti di gara fanno riferimento ad un marchio, l'ente aggiudicatore deve esigere che l'offerente fornisca, già nella sua offerta, la prova dell'equivalenza dei prodotti che propone rispetto a quelli definiti nelle citate specifiche tecniche.