La maternità surrogata secondo la Cour de Cassation francese: ancora una volta niente automatismi

Annamaria Fasano
Giuseppina Pizzolante
24 Ottobre 2019

Con una sentenza resa il 4 ottobre 2019, senza rinvio, la Cour de Cassation francese si è pronunciata in merito all'affaire Mennesson, ammettendo la trascrizione della filiazione in un caso di maternità surrogata.

Il caso. Una coppia francese ricorre alla maternità surrogata in California. I certificati di nascita sono emessi negli Stati Uniti, conformemente alle sentenze della California Superior Court. Questi certificati menzionano la coppia, composta da padre biologico e “madre legale”.

Nel 2011, la Cour de Cassation ha negato la trascrizione in Francia dei certificati di nascita. Il 26 giugno 2014, la Corte europea dei diritti dell'uomo, adita dalla coppia, ha condannato la Francia per aver violato il diritto al rispetto della vita privata delle minori. Nel 2018, la Cour de Cassation ha riesaminato il caso, chiedendo alla Corte EDU un parere consultivo circa la possibilità di riconoscere un legame con la madre legale, indipendentemente da qualsiasi realtà biologica.

La Corte EDU ha statuito che può stabilirsi una relazione di filiazione tra minore e madre intenzionale, ma gli Stati devono essere liberi di scegliere le modalità più consone ai propri ordinamenti

Il riesame della Cour de Cassation dopo il parere consultivo della Corte EDU. Con una sentenza resa il 4 ottobre 2019, senza rinvio, la Cour de Cassation si è pronunciata sul riesame del caso. Secondo la legge francese, gli accordi in tema di maternità surrogata sono vietati. Tuttavia, alla luce del principio del superiore interesse del minore (art. 3, par. 1, Conv. New York sui diritti dell'infanzia), tale divieto non può interferire in modo sproporzionato con la vita privata dello stesso minore (articolo 8 CEDU). Dunque, un accordo di questo tipo, realizzato all'estero, non può di per sé impedire il riconoscimento in Francia della filiazione con la madre intenzionale. Questo riconoscimento deve avvenire al più tardi quando il legame tra il bambino e la madre legale/intenzionale si sia materializzato.

Per quanto riguarda il legame con il padre biologico, già dal 2015, esso può determinare la trascrizione del certificato di nascita redatto in un paese straniero. Se, dunque, nel diritto francese, la filiazione può essere stabilita in diversi modi (certificato di nascita, riconoscimento dell'adozione, giudizialmente), nel caso della maternità surrogata avvenuta all'estero, il rapporto con la madre legale deve essere stabilito privilegiando un metodo di riconoscimento che consenta al giudice di esaminare le circostanze particolari in cui si trovi il minore. In sostanza, in tali ipotesi, afferma la Cour de Cassation, la filiazione dovrebbe normalmente essere stabilita per adozione, trattandosi del procedimento che “meglio soddisfa” le caratteristiche del diritto francese.

Tuttavia, in questo specifico caso che si protrae da numerosi anni, una procedura di adozione avrebbe comportato un'interferenza sproporzionata rispetto alla vita privata delle minori. La Corte francese respinge altresì l'ipotesi segnalata dal procuratore generale in udienza, di applicare l'istituto del possession d'état, presunzione legale di filiazione, prevista dall'articolo 311-1 del codice civile francese, poiché, secondo i supremi giudici, questo “possesso” non è in grado di garantire sufficiente certezza del diritto per le minori considerate.

In conclusione, la Cour de Cassation convalida, la filiazione come inizialmente trascritta al Consolato di Los Angeles, nel 2000, segnando la fine di una lunga vicenda giudiziaria che ha ampiamente contribuito alla stesura della legge francese in materia di maternità surrogata.