La proroga ex lege di concessioni demaniali marittime
20 Novembre 2019
La normativa nazionale, recante la proroga generalizzata e automatica di concessioni demaniali in essere, nella misura in cui realizza un rinnovo automatico delle medesime ostativo all'espletamento di procedure competitive, si pone in contrasto con i principi eurounitari di par condicio, imparzialità e trasparenza, ritenuti dalla giurisprudenza nazionale e sovranazionale applicabili anche alle concessioni di beni. Tale contrasto, soprattutto ove sancito dalla stessa CGUE, pone a carico dello Stato membro, da intendere in un'accezione ampia che ricomprenda anche il suo apparato amministrativo, l'obbligo di non applicare la norma di diritto interno. Considerato, tuttavia, l'orientamento giurisprudenziale prevalente secondo il quale il provvedimento amministrativo adottato in applicazione di una norma nazionale contrastante con il diritto comunitario è soggetto alla doverosa impugnabilità, in assenza di un annullamento giurisdizionale dell'atto concessorio illegittimo, il giudice dell'ottemperanza, chiamato a pronunciarsi sull'esecuzione del giudicato che ha disposto l'annullamento dei provvedimenti di diniego in ordine alle istanze volte a sollecitare una procedura competitiva per l'affidamento di un'area demaniale marittima, in forza di una proroga automatica della concessione originariamente rilasciata, non può disporre a carico dell'amministrazione l'obbligo di esercizio del potere che si traduca in una selezione pubblica per l'assegnazione dell'area, ostandovi l'attuale vigenza ed efficacia della concessione rilasciata. |