È legittima la previsione del disciplinare di gara che richieda l’accettazione del Protocollo di Integrità di Roma Capitale a pena di esclusione

Redazione Scientifica
14 Gennaio 2020

È legittima la previsione del disciplinare di gara che richieda l'accettazione del Protocollo di Integrità di Roma Capitale a pena di esclusione, in quanto tale documento...

E' legittima la previsione del disciplinare di gara che richieda l'accettazione del Protocollo di Integrità di Roma Capitale a pena di esclusione, in quanto tale documento è posto a tutela di interessi di rango sovraordinato e gli obblighi in tal modo assunti discendono dall'applicazione di norme imperative di ordine pubblico, con particolare riguardo alla legislazione in materia di prevenzione e contrasto della criminalità organizzata nel settore degli appalti e del contrasto alla corruzione ed alle condotte anticoncorrenziali. La formale obbligazione delle Amministrazioni aggiudicatrici e dei concorrenti e aggiudicatari, quale risultante dall'accettazione del Protocollo di Integrità, vincola le parti ad improntare i rispettivi comportamenti ai principi di lealtà, trasparenza e correttezza. Pertanto, pare logico e non sproporzionato che dette regole e obbligazioni valgano, a maggior ragione, se, come in questo caso, l'oggetto della gara è quello della scelta di un partner privato di società mista “pubblico-privata”; è, in conclusione, assolutamente ragionevole che il soggetto privato scelto quale socio da Roma Capitale debba essere un soggetto che (sia in passato, sia in corso di confezionamento dell'offerta) abbia improntato e impronti la propria condotta ai principi della correttezza precontrattuale e professionale.

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