Il D.L. Semplificazioni approda in Gazzetta Ufficiale: come cambia l'abuso d'ufficio

Redazione Scientifica
17 Luglio 2020

Il decreto legge 16 luglio 2020, Misure urgenti per la semplificazione e l'innovazione digitale è stato pubblicato in Gazzetta ufficiale n. 178 del 16 luglio 2020, suppl. ord. n. 24. All'art. 23 il d.l. interviene sul reato di abuso d'ufficio: il pubblico ufficiale o l'incaricato di pubblico servizio è punito...

Il decreto legge 16 luglio 2020, Misure urgenti per la semplificazione e l'innovazione digitale è stato pubblicato in Gazzetta ufficiale n. 178 del 16 luglio 2020, suppl. ord. n. 24.

All'art. 23 il d.l. interviene sul reato di abuso d'ufficio: il pubblico ufficiale o l'incaricato di pubblico servizio è punito, qualora ottenga vantaggio patrimoniale a sé o ad altri ovvero arrechi ad altri un danno ingiusto, qualora agisca non più in violazione di norme di legge o di regolamento ma in violazione di specifiche regole di specifiche regole di condotta espressamente previste dalla legge o da atti aventi forza di legge e dalle quali non residuino margini di discrezionalità.

TESTO PREVIGENTE

TESTO IN VIGORE DAL 17 LUGLIO 2020

Art. 323 c.p. – Abuso d'ufficio. [I]. Salvo che il fatto non costituisca un più grave reato, il pubblico ufficiale o l'incaricato di pubblico servizio che, nello svolgimento delle funzioni o del servizio, in violazione di norme di legge o di regolamento, ovvero omettendo di astenersi in presenza di un interesse proprio o di un prossimo congiunto o negli altri casi prescritti, intenzionalmente procura a sé o ad altri un ingiusto vantaggio patrimoniale ovvero arreca ad altri un danno ingiusto è punito con la reclusione da uno a quattro anni.

[II]. La pena è aumentata nei casi in cui il vantaggio o il danno hanno un carattere di rilevante gravità.

Art. 323 c.p. – Abuso d'ufficio. [I]. Salvo che il fatto non costituisca un più grave reato, il pubblico ufficiale o l'incaricato di pubblico servizio che, nello svolgimento delle funzioni o del servizio, in violazione di specifiche regole di condotta espressamente previste dalla legge o da atti aventi forza di legge e dalle quali non residuino margini di discrezionalità, ovvero omettendo di astenersi in presenza di un interesse proprio o di un prossimo congiunto o negli altri casi prescritti, intenzionalmente procura a sé o ad altri un ingiusto vantaggio patrimoniale ovvero arreca ad altri un danno ingiusto è punito con la reclusione da uno a quattro anni.

[II]. La pena è aumentata nei casi in cui il vantaggio o il danno hanno un carattere di rilevante gravità.

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