La Corte europea condanna l'Italia per non aver tutelato l'effettività del diritto di visita
02 Dicembre 2015
È necessario che lo Stato adempia gli obblighi positivi che impongono l'adozione di tutte le misure necessarie per garantire il rispetto della vita familiare. Per essere adeguate, tali misure devono essere attuate rapidamente in quanto il trascorrere del tempo può compromettere irrimediabilmente le relazioni tra genitori e figli. Nonostante il Tribunale italiano competente abbia riconosciuto al ricorrente un ampio diritto di visita nei riguardi del figlio minore, tale diritto è stato esercitato in maniera assai limitata a causa delle relazioni negative redatte da psichiatra e assistenti sociali, legati da rapporti di colleganza con la madre del minore. Sarebbe stato necessario, in particolare, disporre una seconda perizia sul ricorrente atteso che la prima, estremamente negativa, manca del requisito dell'imparzialità. Pertanto, nella vicenda in esame non sono stati profusi gli sforzi necessari e sufficienti per garantire l'effettività del diritto di visita del padre. La Corte europea dei diritti dell'uomo ha, dunque, condannato il Governo italiano per la violazione dell'art. 8 CEDU. |