La Corte di Strasburgo dà il via libera all'eutanasia passiva
11 Giugno 2015
Il caso affrontato dalla Corte europea si inquadra in una complessa vicenda concernente un giovane paziente in stato vegetativo. Il 24 giugno 2014, il Consiglio di Stato francese, accogliendo le richieste della moglie, ha autorizzato la sospensione dell'alimentazione e dell'idratazione artificiali. Da qui il ricorso alla Corte europea da parte dei genitori del paziente, contrari a tale decisione. La Corte europea ha affermato che spetta alle autorità nazionali sia verificare la compatibilità della decisione di sospendere il trattamento con la normativa nazionale e la CEDU, sia chiarire la volontà del paziente conformemente al diritto nazionale. Inoltre, atteso che non esiste consenso tra gli Stati membri del Consiglio d'Europa sull'interruzione dei trattamenti che mantengano artificialmente in vita, è opportuno concedere agli Stati un certo margine di discrezionalità in materia. Secondo la Corte, la normativa francese contro l'accanimento terapeutico – interpretata ed applicata dal Consiglio di Stato – delinea un quadro sufficientemente chiaro della vicenda. Ha statuito, pertanto, che con l'attuazione della citata decisione del Consiglio non si configurerebbe una violazione dell'art. 2 CEDU (diritto alla vita). |