Il diritto alla pensione non va subordinato all'annullamento del matrimonio contratto prima del mutamento di sesso
12 Luglio 2018
Una normativa nazionale, quale quella del Regno Unito, che subordina la possibilità per un individuo che abbia cambiato sesso di ottenere una pensione statale di fine lavoro all'annullamento del matrimonio contratto prima di tale cambiamento, viola l'art. 4, par. 1, primo trattino, in combinato disposto con l'art. 3, par. 1, lett. a), terzo trattino, e con l'art. 7, par. 1, lett. a), direttiva 79/7/CEE, relativa alla graduale attuazione del principio di parità di trattamento tra uomini e donne in materia di sicurezza sociale. La normativa statale, a causa dei limiti indicati, riconosce un trattamento meno favorevole al soggetto che abbia cambiato sesso dopo il matrimonio rispetto al soggetto che non abbia mutato identità sessuale e che comunque risulti coniugato. Ai fini dell'applicazione della direttiva 79/7/CEE, le persone che abbiano vissuto, per un periodo significativo, possedendo un sesso diverso da quello della nascita e che abbiano subito un'operazione di conversione devono essere qualificate come individui che hanno mutato sesso.
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