Apple deve trasferire i dati personali ai genitori di un ragazzo morto in un incidente
12 Febbraio 2021
Con ricorso ex art. 669-bis e 700 c.p.c. i genitori di un ragazzo deceduto a seguito di un sinistro stradale hanno richiesto l'emissione di un decreto inaudita altera parte o di un'ordinanza per ordinare a Apple di fornire assistenza nel recupero dei dati personali del ragazzo. Lo smartphone, andato distrutto nell'impatto, aveva infatti un sistema di sincronizzazione online che permette di conservare i contenuti digitali e renderli accessibili tramite vari dispositivi posseduti dall'utente. I genitori volevano infatti recuperare le foto e i video registrati dal figlio «in modo da potere cercare di colmare - almeno in parte - quel senso di vuoto e l'immenso dolore che si accompagna alla prematura perdita di un proprio caro». I ricorrenti hanno allegato la sussistenza del fumus boni iuris, ai sensi dell'art. 2-terdecies dal nuovo Codice della Privacy, secondo cui i diritti riguardanti le persone decedute potevano essere esercitati per ragioni familiari meritevoli di protezione, e del periculum in mora, in quanto Apple ha fatto presente che, dopo un periodo di inattività dell'account i-cloud sarebbero stati automaticamente distrutti.
Ritenuta la sussistenza dei requisiti del fumus boni iuris e del periculum in mora, il Tribunale di Milano riconosce in capo ai ricorrenti la legittimazione ad esercitare il diritto di accesso ai dati personali del proprio figlio ai sensi del citato art. 22-terdecies dal nuovo Codice della Privacy. Dalla corrispondenza prodotta in giudizio emerge infatti che il ragazzo non ha espressamente vietato l'esercizio dei diritti connessi ai suoi dati personali post mortem.
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