La Corte EDU condanna l'Italia: non è equo il procedimento eccessivamente lungo volto ad ottenere il versamento degli alimenti

Giuseppina Pizzolante
26 Maggio 2015

La Corte europea si è pronunciata sulla durata in Italia di un procedimento volto ad ottenere il versamento degli alimenti da parte di un ex marito dopo il divorzio

La Corte europea si è pronunciata sulla durata in Italia di un procedimento volto ad ottenere il versamento degli alimenti da parte di un ex marito dopo il divorzio. In particolare, la ricorrente, una cittadina italo-francese sposata con un cittadino italiano, ha lamentato l'inerzia da parte delle autorità italiane per due ordini di ragioni. In primo luogo, per l'inadempimento prolungato di una sentenza definitiva resa dai giudici francesi. In secondo luogo, la ricorrente ritiene che la procedura di esecuzione sia stata eccessivamente lunga. La Corte europea, richiamando la sua giurisprudenza in tema di ragionevole durata del processo, ha constatato la violazione dell'art. 6, par 1, CEDU. Secondo la Corte, il carattere ragionevole della durata di un procedimento si valuta in funzione delle circostanze particolari della causa. Tuttavia, nella fattispecie, le circostanze impongono una valutazione globale. Alla luce di tale valutazione, una durata complessiva di 13 anni e 11 mesi non può essere considerata ragionevole. Peraltro, la stessa durata non può essere in alcun modo imputata alla ricorrente, la quale, invece, ha più volte sollecitato l'esame della sua causa presso le autorità francesi e italiane.

Testo in italiano reperibile in:

http://www.giustizia.it/giustizia/en/mg_1_20_1.wp;jsessionid=3D8EBEDB86D241CE1D4F3B8FFFCA4ABE.ajpAL03?previsiousPage=mg_1_20&contentId=SDU1068771

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