In ricordo del Prof. Musco e del Prof. Riccio

Redazione Scientifica
14 Giugno 2021

In questi giorni la scienza penale ha perso due grandi Maestri.

In questi giorni la scienza penale ha perso due grandi Maestri.

È scomparso il Prof. Avv. Enzo Musco, tra i più raffinati esegeti del diritto penale italiano.
Laureato in giurisprudenza presso l'Università di Catania nel 1966. Il Prof. Musco ha svolto attività di ricerca in diritto penale presso l'Università Cattolica di Milano e in diritto penale internazionale comparato presso l'istituto Max Planck di Friburgo, sotto la guida di Hans Heinrich Jescheck. Nel 1979 diventa ordinario di diritto penale alla Facoltà di Giurisprudenza dell'Università di Catania e poi, dal 1989, presso la Facoltà di Giurisprudenza dell'Università di Tor Vergata di Roma.

Nel 1985 pubblica la prima edizione del volume Diritto penale con il Prof. Giovanni Fiandaca, uno dei manuali più pregiati al mondo, encomiato e adottato in diverse nazioni, sul quale si sono formate generazioni di magistrati, avvocati e studenti.

Fra i lavori in tema di teoria generale del diritto penale figurano Bene giuridico e tutela dell'onore (1974), La misura di sicurezza detentiva (1978) e L'Illusione penalistica (2004). Nel 1984 è stato coautore, con Ettore Gallo, della monografia Delitti contro l'ordine costituzionale.

Nelle ultime ore ci ha lasciato anche il Prof. Avv. Giuseppe Riccio, emerito di Procedura penale presso l'Università Federico II di Napoli, la cui ricca, profonda e incessante opera scientifica è racchiusa negli innumerevoli scritti, saggi e voci enciclopediche. Tra gli altri si ricordano: La Procedura penale. Tra storia e politica (2010); Sulla riforma dello statuto del pubblico ministero (li 2011); L'imparzialità come paradigma di sistema (2014); Garantismo e dintorni. A proposito della crisi della giustizia (2015) e, da ultimo, quale espressione dalla sua continua attenzione alla materia l'opera collettanea, Intelligenza Artificiale tra etica e diritto (2020).

Prestigiosa, intensa ed elevata è stata, dunque, l'attività scientifica coltivata dal Maestro non disgiunta, con altrettanta intensità, dall'impegno istituzionale avendo, fra l'altro, ricoperto l'incarico di componente laico del CSM (1998-2002) e Presidente della Commissione per la redazione di Legge-delega per la Riforma del Codice di Procedura penale nominata del Ministro della Giustizia il 19 luglio 2006, il cui contenuto è stato in parte attuato nelle successive iniziative riformatrici.

Il Maestro lascia una grande Scuola accademica che saprà sicuramente onorarlo e vedrà in Lui un riferimento culturale e scientifico. I suoi insegnamenti sono stati fondamentali per l'accademia, la magistratura, l'avvocatura napoletana e per gli studenti della più grande università del Sud, dalla metà degli anni '80.

La loro perdita lascia in tutti noi e nella nostra disciplina un vuoto incolmabile.