Deposito telematico della memoria in Cassazione
07 Luglio 2021
Scheda riassuntiva
Dati e documenti necessari:
Il deposito delle memorie in corso di causa anche in Cassazione richiede all'avvocato l'inserimento del solo Atto Principale come obbligatorio.
Quanto invece agli atti endoprocedimentali si segnala che attualmente gli schemi ministeriali consentono di depositare i seguenti atti: Atto generico - Rinuncia Ricorso - Accettazione Rinuncia Ricorso - Rinuncia Procura - Memoria 378 - Memoria 380bis - Memoria 380bis1 - Memoria 380ter - Deposito ExArt372 - Avviso Ricevuta Notifica Ricorso - Avviso Ricevuta Notifica Controricorso - Documenti Condono Fiscale - Segnalazione Errore Materiale - Istanza Assegnazione Sezioni Unite -Istanza Patrocinio Spese Stato - Istanza Riunione Ricorsi - Istanza Sollecita Fissazione - Istanza Rinnovo Notifica Ricorso - Istanza Trasmissione 369 - Istanza Rinvio Udienza - Ricorso Per Saltum -Provvedimento impugnato - Ricorso Rinnovo Notifica - Istanza Cessazione Materia Contendere -Istanza Sospensione Giudizio - Istanza Rimborso Spese di Giustizia - Integrazione Anagrafica-Integrazione Spese di Giustizia .
Si segnala che la su estesa lista è estrapolata dagli schemi ministeriali (v7) rilasciati in data 4 febbraio 2021 ed è in continua evoluzione stante la mancanza di alcuni atti quali la richiesta di visibilità. Si potrà inoltre notare che tra gli atti in corso causa depositabili emerge qualche refuso, quale ad esempio il Ricorso per Saltum che non potrà certamente considerarsi atto in corso di causa.
I predetti atti non richiedono particolari accorgimenti in sede di redazione della busta e deposito, stante che l'unico dato che viene richiesto in fase di compilazione della busta è il numero di ruolo. Val solo la pena di evidenziare come tra gli atti in corso causa depositabili emerga qualche refuso, quale ad esempio il Ricorso per Saltum che non può certamente considerarsi atto in corso di causa.
Di norma il processo di redazione vede come primi dati da inserire:
Alcuni redattori propongono in questa fase una finestra di controllo nella quale vengono visualizzate informazioni su eventuali errori o incongruenze derivanti dal caricamento dei dati. In tal caso è sempre possibile tornare indietro e correggere l'errore segnalato.
A questo punto è necessario procedere con l'importazione dell'ATTO PRINCIPALE, la memoria, (che ricordiamo può essere scritto con qualsiasi programma di video scrittura ma obbligatoriamente salvato in formato .pdf testo, quindi in nessun modo deve essere in altro formato o ottenuto da una scansione di un documento cartaceo)
In base al tipo di redattore utilizzato, i documenti possono essere prelevati da un eventuale fascicolo precedentemente creato, da cartelle presenti sul proprio computer o creati contestualmente tramite l'attivazione di programmi di video scrittura. È bene prestare attenzione al nome dato ad ogni documento durante la fase di salvataggio; infatti il nome non deve contenere caratteri speciali (+ - & % £ $, ecc.), lettere accentate o punteggiatura (ovviamente fatto salvo il punto che precede l'estensione del documento, ad esempio .pdf oppure .txt) e non può essere più lungo di 100 caratteri compresa l'estensione.
N.B.: Nel caso in cui venga selezionato un documento di tipo .doc o docx e si disponga sul proprio PC di Microsoft Office Word vers. 2007 o superiore, alcuni redattori come ad esempio Cliens, provvederanno automaticamente a convertire il documento, in formato pdf testo. Firma digitale dei documenti
Terminata la raccolta dei documenti, si procede con l'apposizione della firma digitale, in questo caso obbligatoriamente, sull'Atto Principale e sul datiatto.xml. Prima di procedere è bene controllare che il dispositivo di firma digitale dell'avvocato che sta effettuando il deposito, sia già stato in correttamente installato e configurato e, in caso di smart card o token USB, collegato al PC. A seconda del tipo di redattore utilizzato sarà possibile firmare i documenti singolarmente o a gruppi, utilizzando la propria smart card o sistemi di firma remota basati su OTP (password temporanea). In questo secondo caso, salvo che non stia già utilizzando un redattore via web, sarà necessario accertarsi di essere connessi ad Internet.
In base al tipo di dispositivo di firma utilizzato, verrà mostrata la richiesta di inserimento del PIN della smart card.
oppure di quello temporaneo generato dal sistema OTP e le relative credenziali
Le operazioni di firma hanno un tempo variabile dipendente dal sistema utilizzato, dal numero dei documenti da firmare e dalla loro dimensione.
Completata la fase di firma verrà mostrato per ogni documento firmato digitalmente il codice fiscale del firmatario.
Di norma al termine del processo di firma dei vari documenti, resta ancora possibile intervenire per eliminarne la firma e/o visualizzare ogni singolo documento, rispettivamente utilizzando le funzioni messe a disposizione dal proprio redattore.
Alcuni redattori propongono in una fase separata, la firma del file contenente le informazioni raccolte, denominato datiatto.xml, mostrando anche il riepilogo dei dati del deposito.
Creazione busta e spedizione atto via PEC
L'ultimo passaggio vede la creazione della busta (in questa fase viene realizzato il messaggio cifrato, il cosiddetto atto.enc, che sarà incluso come allegato al messaggio PEC inviato alla casella dell'ufficio giudiziario). Laddove il contenuto della busta superi la dimensione massima consentita di 30 mega è possibile creare le cosiddette buste complementari che alcuni redattori sono in grado di creare automaticamente.
Arrivati a questo punto, si procede con l'invio vero e proprio che può attivarsi o direttamente dall'interno del redattore utilizzato o attraverso il richiamo di un programma di posta elettronica esterno (come ad esempio Ms Outlook o Thunderbird). Il tempo necessario al completamento della spedizione della busta può variare a seconda delle dimensioni del messaggio PEC finale e delle performance della connessione internet utilizzata (attenzione in questo caso si andrà ad utilizzare la banda in “upload”, caricamento, che di norma è di gran lunga inferiore come capacità rispetto a quella utilizzata per scaricare i contenuti del web) e può quindi variare da pochi secondi a diversi minuti. Al termine di questa fase viene restituito un messaggio di conferma di avvenuto invio, che vuol dire che il messaggio è stato inoltrato correttamente al proprio gestore PEC e di conseguenza sarà controllato e spedito.
Da questo momento si innescherà il flusso dei messaggi PEC di risposta che prevede:
Nel caso in cui non si dovesse ricevere il primo dei messaggi di posta, cioè quello di Accettazione nei normali tempi di risposta, oltre i 10 minuti, è bene controllare come prima cosa che la propria casella PEC non abbia raggiunto la massima capienza (casella piena). Se si verifica questa situazione, il proprio gestore PEC risulterebbe impossibilitato ad inoltrare il messaggio al destinatario, senza però riuscire ad avvisare il mittente. In altri casi contattare il proprio gestore PEC.
Se invece non pervengono gli Esisti dei controlli Automatici e/o dell'Accettazione, controllare che non vi siano segnalazioni di interventi di manutenzione in corso da parte del Ministero della Giustizia e in particolare sul distretto a cui si riferisce l'ufficio giudiziario di destinazione. In questi casi è sempre bene prendere contatto la relativa cancelleria prima di effettuare un nuovo deposito, soprattutto se si tratta del deposito di un atto introduttivo.
Oltre ai casi sopra descritti possono verificarsi ulteriori situazioni come la Mancata Accettazione o Mancata Consegna che possono essere dovute a situazioni diverse quali la rilevazione di virus nel messaggio inviato, indirizzo di destinazione non valido, casella del destinatario piena, ecc.
In caso di accettazione, la cancelleria invierà una comunicazione PEC strutturata come il seguente esempio: Codice esito: 2. Codice esito: -1. Descrizione esito: -- |