Clausola di equivalenza e specifiche tecniche: ambito di applicazione

La controversia. Il caso controverso concerne la contestazione dell'avvenuta ammissione alla procedura delle due prime classificate che avrebbero formulato un'offerta tecnica non conforme alle specifiche tecniche previste dal capitolato tecnico della procedura e della decisione finale dell'Amministrazione comunale (espressa con la valutazione di non anomalia dell'offerta) di considerare l'offerta dell'aggiudicataria equivalente a quella posta a base della procedura.

L'esito. Il TAR, accogliendo il ricorso del concorrente terzo classificato, ha rilevato che non trattandosi di prodotti equivalenti le offerte non potevano dirsi rispondenti alle specifiche tecniche poste a base di gara che integrano un “aliud pro alio”che comporta, di per sé, l'esclusione dalla gara, anche in mancanza di un'apposita comminatoria in tal senso” (TAR Lombardia, Milano, sez. II, 6 aprile 2021, n. 880; TAR Toscana, sez. III, 23 luglio 2020, n. 961; Cons. Stato sez. III, 1° ottobre 2019, n. 6560).

Di talché non potendo oggettivamente trovare applicazione alla fattispecie la previsione di cui all'art. 68 del d.lgs. 18 aprile 2016, n. 50, stante la obiettiva manchevolezza delle offerte, il giudizio di equivalenza espresso dall'amministrazione ha in sostanza integrato, in sede di valutazione della non anomalia dell'offerta, un sostanziale “ripensamento” della Stazione appaltante in ordine ad alcuni contenuti essenziali della prestazione posti a base della procedura ed inderogabilmente fissati dalla lex specialis.