Sì al vaccino anti COVID ai minori se diretto a evitare restrizioni alla libertà personale nella vita di relazione
08 Aprile 2022
La vicenda da cui trae origine la questione sottoposta al Tribunale di Verona riguarda la richiesta della madre di due minori di sottoporre le figlie alla vaccinazione anti COVID-19, previo esame diretto a verificare la presenza nel loro organismo di anticorpi al virus. Le minori, infatti, nel corso delle rispettive audizioni, avevano espresso chiaramente la loro volontà di sottoporsi alle vaccinazioni previste, al fine di evitare le restrizioni alla libertà personale nella loro vita di relazione. Secondo i Giudici, «tale prospettiva va sicuramente assecondata», in quanto diretta a favorire un corretto equilibrio psicofisico delle minori, che costituisce una delle componenti della salute e della personalità delle stesse, «anche in ragione della fase di crescita che esse stanno vivendo». I Giudici, inoltre, osservano che la sottoposizione al vaccino delle due minori consentirebbe loro di poter tornare a frequentare il padre, nonché i fratelli e i nonni paterni, tutti non vaccinati, «con un ridottissimo rischio di contagiarsi e di contagiare i predetti»: anche la ripresa delle relazioni familiari, infatti, costituisce un aspetto rilevante dello sviluppo psico-fisico delle minori. A ciò si aggiunge il fatto che la vaccinazione delle minori può contribuire a contenere la diffusione del contagio, in quanto gli studi provenienti comunità scientifica hanno dimostrato che il vaccino ha avuto un'efficacia del 90,7% nel prevenire la malattia sintomatica anche nei bambini di età compresa tra i 5 e 11 anni. Pertanto, il Tribunale ha ritenuto che la vaccinazione sia rispondente all'interesse delle minori ed ha conseguentemente accolto la richiesta della madre. Respinta, invece, la domanda della ricorrente di sospendere la responsabilità genitoriale del padre e dei suoi familiari, non vaccinati, in quanto «volta ad imporre la vaccinazione che egli è invece libero di scegliere se fare o meno».
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