Osservatorio sulla Cassazione – Marzo 2022

La Redazione
La Redazione
13 Aprile 2022

Torna l'appuntamento mensile con l'Osservatorio, una selezione delle più interessanti sentenze di legittimità depositate nel mese di Marzo.

Desistenza del P.M. dall'istanza di fallimento

Cass. civ., sez. VI – 1, 31 marzo 2022, n. 10511 – ord.

Nelle ipotesi di mancata comparizione del P.M. istante alle udienze che precedono la dichiarazione di fallimento, tale mancata comparizione non può essere intesa come implicita rinuncia alla richiesta in precedenza presentata ai sensi dell'art. 6 l.fall., con la conseguenza che la desistenza è da considerarsi una libera facoltà esercitabile dal P.M. nel corso dell'istruttoria prefallimentare.

Pertanto, il Pubblico Ministero può rinunciare all'istanza di fallimento presentata, senza che tale rinuncia determini effetti definitivi tramite la formazione di un giudicato, con conseguente possibilità per il P.M. di riproporre successivamente il ricorso.

Decorrenza del termine per l'opposizione nel caso di mancata comunicazione del deposito dello stato passivo

Cass. civ., sez. I, 28 marzo 2022, n. 9850 – ord.

Nell'ipotesi in cui il curatore ometta la comunicazione ex art. 97 l.fall. al creditore che abbia chiesto l'insinuazione parzialmente o talmente respinta, quest'ultimo può proporre opposizione (art. 98 l.fall.) entro sei mesi dal deposito del decreto che dichiara esecutivo lo stato passivo, in applicazione analogica dell'art. 327 c.p.c., anche in assenza della comunicazione del curatore.

Crisi bancarie e liquidazione coatta amministrativa: ammissione dei crediti con riserva nello stato passivo

Cass. civ., sez. I, 15 marzo 2022, n. 8463 – sent.

In tema di liquidazione coatta amministrativa delle banche venete di cui al d.l. n. 99/2017, conv. con modif., in L. n. 212/ 2017, costituisce effetto del rinvio operato dall'art. 2 alle norme del TUB, le quali a loro volta rinviano alle disposizioni della legge fallimentare per quanto non diversamente disposto, la configurabilità dell'ammissione dei crediti con riserva anche nello stato passivo della liquidazione coatta amministrativa delle banche suddette, entro i medesimi limiti operanti nella formazione dello stato passivo del fallimento.

Ne consegue che il giudizio di condanna instaurato dai risparmiatori contro una delle banche venete indicate dal D.L. n. 99/2017 prima dell'apertura della liquidazione coatta amministrativa non diventa improcedibile in esito alla detta apertura ove sia stata già pronunciata la sentenza di merito, poiché, a norma dell'art. 96 l.fall., il creditore, sulla base della sentenza impugnata, deve essere ammesso al passivo con riserva, mentre il commissario, dal canto suo, può proseguire il giudizio nella fase di impugnazione.

Il depauperamento rilevante ai fini della bancarotta fraudolenta patrimoniale

Cass. pen., sez. V, 16 marzo 2022, n. 8960 - sent.

La mancata riscossione di un credito derivante dalla compensazione di esso con crediti vantati nei confronti della fallita integra la fattispecie di bancarotta per distrazione a condizione che sia accertata l'inesistenza del cespite passivo con il quale il credito è stato compensato, ossia che risulti l'inesistenza di una reale obbligazione a carico della fallita giustificativa dell'indicata compensazione. In materia di bancarotta fraudolenta, il depauperamento, apprezzabile ai fini della configurazione del reato di cui all'art. 216 l.fall., va inteso come riferito ad una nozione giuridica di patrimonio in senso lato, comprensivo cioè non solo dei beni materiali ma anche di entità immateriali, fra cui rientrano anche le ragioni di credito che avrebbero dovuto concorrere alla formazione dell'attivo del compendio patrimoniale.

Fallimento del concessionario per la riscossione delle imposte e diritto del Comune di insinuarsi al passivo in via privilegiata

Cass. civ., sez. I, 10 marzo 2022, n. 7834 – sent.

In caso di esazione delle imposte pubbliche espletata attraverso l'affidamento del servizio ad un Ente privato, in forza di un atto amministrativo avente natura di concessione, quello che si instaura tra il concessionario e l'Ente impositore non è un ordinario rapporto privatistico, bensì un rapporto concessorio articolato sulle scansioni delle potestà di diritto pubblico, in quanto finalizzato alla riscossione dei tributi e al loro riversamento all'Ente impositore.

Criteri per l'accertamento dello stato di insolvenza per le società che non sono in liquidazione

Cass. civ., sez. I, 3 marzo 2022, n. 7087 -ord.

Lo stato di insolvenza delle società che non siano in liquidazione va desunto non già dal rapporto tra attività e passività, bensì dall'impossibilità dell'impresa di continuare ad operare proficuamente sul mercato, che si traduca in una situazione d'impotenza strutturale (e non soltanto transitoria) a soddisfare regolarmente e con mezzi normali le proprie obbligazioni, per il venir meno delle condizioni di liquidità e di credito necessarie allo svolgimento dell'attività.


Bancarotta semplice: oltre all'aggravamento del dissesto serve la colpa grave

Cass. pen., sez. I, 2 marzo 2022, n. 7484 - sent.

Nel reato di bancarotta semplice, la mancata tempestiva richiesta della dichiarazione di fallimento da parte dell'amministratore della società è punibile solamente se l'omissione sia accompagnata dal coefficiente psicologico della colpa grave che deve essere verificato in concreto, non operando al riguardo presunzione ex lege.

È ammissibile il concordato in continuità aziendale quando l'azienda è già stata affittata?

Cass. civ., sez. I, 1° marzo 2022, n. 6772 – sent.

La Corte di Cassazione rigetta il motivo di impugnazione per violazione degli artt. 160 e 186 bis l.fall. e conferma il principio affermato nella sentenza n. 29472/2018 secondo cui «il concordato con continuità aziendale, disciplinato dall'art. 186 bis l.fall., è configurabile anche qualora l'azienda sia già stata affittata o si pianifichi debba esserlo, palesandosi irrilevante che, al momento della domanda di concordato, come pure all'atto della successiva ammissione, l'azienda sia esercitata da un terzo anziché dal debitore, posto che il contratto di affitto - sia ove contempli l'obbligo del detentore di procedere al successivo acquisto dell'azienda (cd. affitto ponte), sia laddove non lo preveda (cd. affitto puro) - assurge a strumento funzionale alla cessione o al conferimento di un compendio aziendale suscettibile di conservare integri i propri valori intrinseci anche immateriali (cd. "intangibles"), primo tra tutti l'avviamento, mostrandosi in tal modo idoneo ad evitare il rischio di irreversibile dispersione che l'arresto anche temporaneo dell'attività comporterebb

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