La contraffazione grafica di documenti stampati digitalmente
Oscar Ghizzoni
04 Ottobre 2016
Spesso in un documento stampato, riportante firma a penna, è necessario stabilire la successione del tratto fra parte stampata relativa al gruppo firma e/o del testo stampato in prossimità e la firma medesima tracciata a penna, al fine di stabilire la sopra o sotto giacenza, questo perché potrebbe essere stata aggiunta una parte di testo, stampato dopo la apposizione della firma ai fini della falsificazione del documento.
Abstract
Lo studio e la caratterizzazione dei tratti tipici e identificativi delle varie tipologie di caratteri stampati tramite i moderni strumenti digitali (principalmente stampanti laser ma anche a getto di inchiostro e varie), su documenti autentici o contraffatti, sono oggi coadiuvati dalle moderne tecniche di ricerca e analisi microscopica e chimico-fisica.
Problematiche più frequenti
Spesso in un documento stampato, riportante firma a penna, è necessario stabilire la successione del tratto fra parte stampata relativa al gruppo firma e/o del testo stampato in prossimità e la firma medesima tracciata a penna, al fine di stabilire la sopra o sotto giacenza, questo perché potrebbe essere stata aggiunta una parte di testo, stampato dopo la apposizione della firma ai fini della falsificazione del documento.
In questi casi risulta inoltre utile accertare se il documento in esame proviene o meno dalla medesima stampante del documento e di altri analoghi, oppure una parte del documento presenta aggiunte prodotte con stampante differente dalla originaria, anche se non riconoscibili ad occhio nudo.
I caratteri in stampa ottenuti mediante deposito di inchiostro “solido” da un mezzo meccanico con rilascio di toner o a getto di inchiostro
La traccia di una scrittura riprodotta mediante una Laser Printer differisce da una struttura ottenuta da una stampante Ink Jet, ecc. sia per la natura del mezzo ricoprente, sia per la distribuzione che questo ultimo presenta sul supporto cartaceo.
Nel caso della Ink Jet, getto di inchiostro, la stampa è ottenuta per mezzo di minuscole gocce d'inchiostro caricate elettrostaticamente, tramite un campo di tensioni opportunamente gestite dall'elettronica di governo della stampante. Il principio di funzionamento è piuttosto complesso, in quanto l'apparato di stampa deve tenere conto della proporzionalità (e deflessione) che dovrà subire la traiettoria tracciata dal movimento delle gocce nell'attraversare un campo elettrostatico fisso: in tal modo le gocce vengono indirizzate verso il tessuto superficiale della carta. Tali angolazioni consentiranno di ottenere come risultante la stampa del carattere alfanumerico desiderato. La costruzione dei grafismi avviene punto/punto e la stretta vicinanza tra gli stessi consente di ottenere (da un punto di vista visivo) la sensazione della continuità e riempimento del carattere.
A differenza di una stampa a Ink Jet, nel caso del tratto fotocopiato o in stampa da Laser Printer, da Fax, da una stampante multifunzione, ecc. il mezzo ricoprente è costituito da inchiostro solido, meglio conosciuto come Toner (microsfere composte da particelle di carbone disperse in una matrice polimerica), il quale durante il processo di riproduzione fonde le particelle (di cui è costituito) tra di loro, così da unirsi alle fibre del tessuto cartaceo.
Ne consegue che il tratto di scrittura avviene per deposizione di microsfere nere, con densità variabile in dipendenza del tipo di stampa richiesto: bassa risoluzione in economode, media risoluzione, alta risoluzione, ecc. (oppure nel caso di una fotocopiatrice: la natura dell'originale da riprodurre, del grado di contrasto impostato, dall'usura del tamburo, ecc.). In altre parole, le micro particelle, una volta cotte e solidificate tra loro e il tessuto cartaceo, creano sul documento una specie di crosta, lasciando un rilievo più o meno accentuato ed un grado di copertura strettamente correlato alla densità di stampa sopra descritta. Tale densità è facilmente rilevabile operando in luce trasmessa a medio/forte ingrandimento.
Il risultato finale è la riproduzione dei caratteri alfanumerici, immagini, ecc. la cui caratteristica principale è quella di presentare rispetto alla superficie della carta un rilievo dotato quindi di spessore. Ovviamente questo spessore è misurabile solo con apparecchiature di elevata specializzazione, tuttavia è avvertibile anche in maniera empirica al tatto e all'osservazione attenta.
Nel caso di un carattere in fotocopia, il microscopio mette in risalto la generosa serie di micro puntinature (particelle carboniose di Toner) presenti sia nelle zone di transizione carattere/tessuto cartaceo, sia su tutto il foglio fotocopiato (in forma più o meno accentuata in funzione dello stato di usura del rullo della fotocopiatrice, ecc.). Al contrario, nel caso di un carattere in stampa da Laser Printer, normalmente le micro puntinature sono maggiormente concentrate nell'intorno del grafismo stesso.
Anche in luce trasmessa, il microscopio enfatizza la presenza delle micro puntinature lungo i bordi dei grafismi.
Occorre tuttavia precisare che con l'avvento dei mezzi meccanici da stampa denominati “stampanti multifunzioni”, diventa arduo stabilire se un documento è stato generato da una fotocopiatrice piuttosto che da una stampane Laser, Fax, ecc. in quanto è il medesimo strumento meccanico in grado di produrre il documento di cui sopra.
L'analisi dei grafismi sovrapposti di tipo eterogeneo complesso, mediante la polarizzazione della luce riflessa
Il tessuto cartaceo quando è investito da una fonte di luce, riflette la stessa in tutte le direzioni. Al contrario, se la fonte di luce, prima di “colpire” il tessuto cartaceo viene fatta passare attraverso a un filtro polarizzatore e i raggi di luce riflessi che si dirigono (anche) verso l'obiettivo del sistema di ripresa sono convogliati anch'essi (forzatamente) attraverso un secondo filtro polarizzatore, si ottiene l'effetto di polarizzazione, il quale consente di “raccogliere” solo i raggi di luce riflessi, polarizzati nel piano di polarizzazione del filtro stesso.
In altre parole, si osserva la parte polarizzata della luce riflessa sia sul tessuto cartaceo sia sui relativi grafismi presenti su di esso.
In pratica, quando esaminiamo un'intersezione tra due grafismi eterogenei complessi (toner/penna a sfera), potremo osservare la seguente peculiarità: vengono enfatizzati i pigmenti dell'inchiostro del grafismo manoscritto, che assumeranno una colorazione tipicamente dorata, mentre il Toner non darà origine a nessun riflesso.
Attenzione: prima di procedere a questo tipo di accertamento è necessario essere certi che la parte manoscritta esaminata sia stata redatta a penna a sfera.
Un tratto manoscritto vergato mediante una penna a sfera è facilmente riconoscibile rispetto ad altri strumenti scrittori, dal fatto che l'inchiostro è distribuito irregolarmente sulle fibre (presenza di striature, mancanza d'inchiostrazione quando avviene una “inversione di percorso” (ad esempio un tratto ascendente che repentinamente diviene discendente, per via del rapido rotolamento della sfera che rimane per qualche frazione di secondo in assenza d'inchiostro), ecc.
Al contrario, per esempio nel caso di un pennarello, l'inchiostro viene depositato facendo strisciare una punta di feltro e non per rotolamento di una sfera. Ne consegue che l'inchiostro non lascia quasi nessun spazio bianco, anche in presenza di grafismi molto curvi.
In realtà il grafismo redatto a penna a sfera che riflette la luce, sotto l'effetto della “luce polarizzata” si presenta alla microcamera con una colorazione che può assumere varie tonalità, in funzione del tipo e colore dell'inchiostro. Il dato interessante di questa tecnica consiste nel fatto che la contaminazione cromatica (brillantezza più o meno accentuata, sempre in funzione del tipo di inchiostro) viene mantenuta lungo tutta la superficie del grafismo manoscritto, mentre il Toner non subirà alcuna variazione cromatica significativa, conservando sempre la propria tipica tonalità originaria (nero fumo). Ne consegue che, se il manoscritto è successivo a un tratto in stampa (a base di Toner), il medesimo risulterà “riflettente” anche nel punto in cui si interseca con il Toner. Al contrario se il Toner è successivo al manoscritto, l'effetto di brillantezza del manoscritto verrà ad annullarsi nel punto in cui lo stesso è ricoperto dalle particelle carboniose dell'inchiostro solido.
Case Report
Nel caso in esame il documento presentava tre pagine stampate a toner, e solamente l'ultima pagina risultava firmata a penna a sfera. E risultato dunque necessario esaminare nel dettaglio sia i caratteri di stampa delle tre pagine in questione, che la sovrapposizione tra testo stampato e firma vergata a penna a sfera nell'ultima pagina.
In prima fase è stata esaminata la firma e il tratto di stampa sovrapposto, si è poi passati all'esame dell'intero documento composto da tre pagine e stampato tramite stampante laser a toner nero.
circa la successione del tratto fra la stampa e la firma riportata a penna a sfera nell'ultima pagina del documento, è emersa chiaramente la sopra giacenza di quest'ultima rispetto alle lettere stampate a toner, il documento sembrava dunque autentico;
solamente l'ultima pagina di tre del documento in esame risultava provenire dalla stampante presente nell'ufficio che la ha legittimamente prodotta, così come gli analoghi altri contratti;
mentre le prime due pagine del documento in verifica, ove sono riportate le cifre in Euro contestate, sono state prodotte con stampante (fotocopiatrice o multifunzione) differente da quelle in uso presso gli uffici della società interessata.
I caratteri di stampa, seppur indistinguibili ad occhio nudo, presentavano a livello microscopico delle considerevoli differenze di dettaglio, tra le prime due e l'ultima pagina.
Per quanto sopra riportato, è stato possibile concludere che il documento contestato ha subito la sostituzione delle prime due pagine con un testo proveniente da altra stampante, fotocopiatrice o multifunzione, non presente presso gli uffici della società interessata dalla truffa, anche se apparentemente la tipologia di stampa riscontrata su tutte le pagine risulta indistinguibile ad occhio nudo, l'impiego delle particolari tecniche microscopiche hanno permesso di rilevare il falso.
Le criticità dell'indagine
I moderni metodi di stampa permettono spesso di produrre dei falsi sempre più difficili da investigare;
è sempre necessario individuare la generica tipologia di stampa (laser, inkjet e altro), prima di iniziare indagini di dettaglio;
l'abbinamento di differenti tecniche indagine, analisi degli strumenti e degli inchiostri di manoscrittura, analisi microscopica e chimico-fisica dei caratteri stampati, su uno stesso documento, permette di rilevare eventuali tratti di sovrapposizione o sottoposizione utili nella rilevazione di eventuali falsi o manipolazione di documenti originali;
anche documenti, o parti di documento, apparentemente identici ad occhio nudo possono ad un attento esame microscopico riservare delle "sorprese".
Guida all'approfondimento
BOTTIROLI GIOVANNI “Tecniche non distruttive per l'Analisi di documenti” in ALOIA MARISA, GIORDANO GIUSEPPE, VIGLIOTTI ANGELO, Atti del Convegno Nazionale - La Perizia Su Scrittura – Analisi e Comparazione della Grafia, prato, SCUOLA SUPERIORE DI PERIZIE, 1997, pp. 225 – 242;
BOTTIROLI GIOVANNI, “Tecniche microspettroscopiche applicate all'analisi di documenti” in CRISTOFANELLI PACIFICO, LENA SILVIO, Carta & Inchiostri, Ancona, AGI, 1999, pp. 239 – 253;
BOTTIROLI GIOVANNI, Metodologie di analisi del tratto inchiostrato, pp.20;
CRISTOFANELLI PACIFICO, LENA SILVIO, Tecnica e Grafologia Giudiziaria - Aggiornamenti e prospettive, Ancona, AGI e IGM, 1997, pp. 127;
CRISTOFANELLI PACIFICO, LENA SILVIO, Carta & Inchiostri – Tecniche di Accertamento, Ancona, AGI, 1999, pp. 294;
DELLAVALLE FRANCESCO, La Strumentazione per l'Analisi Documentale in Ambito Forense, Giordano Editore, 2011;
DELLAVALLE FRANCESCO, Presentazione di attrezzature sperimentali (di propria ideazione) per l'analisi spettrofotometrica degli inchiostri in occasione del WorkShop di grafologia peritale, Pesaro, 28-31 Agosto 2007, Coordinamento: Prof. Pacifico Cristofanelli;
DELLAVALLE FRANCESCO, Presentazione del nuovo spettrofotometro portatile Forinst Mod. SPF per la caratterizzazione cromatica degli inchiostri. In occasione del Work Shop di grafologia peritale, Pesaro, 28-31 Agosto 2008, Coordinamento: Prof. Pacifico Cristofanelli;
DELLAVALLE FRANCESCO, Lo spettrofotometro portatile SPF per la caratterizzazione cromatica degli inchiostri - V° Convegno Nazionale – Istituto di Grafologia Forense, Mesagne (BS), 6-7 Settembre 2008, Coordinamento: Dott. Giuseppe Giordano;
DILISSANO GIORGIO, NEVIA, Appunti di Chimica e Merceologia degli Inchiostri – Tecniche Analitiche Documentali, Trieste, giugno 2000, pp. 22 - 89;
EDDINS L. STEVEN, GONZALEZ C. RAFAEL, WOODS E. RICHARD, Digital Image Processing Using Matlab, Upper Saddle River (New Jersey), Pearson Prentice Hall, 2004, pp. 609;
GONZALEZ C. RAFAEL, WOODS E. RICHARD, Digital Image Processing Second Edition, Upper Saddle River (New Jersey), Pearson Prentice Hall, 2002, pp. 793;
RAVINETTO EGLE, Tesi di Laurea: Tecniche di illuminazione a stato solido per l'analisi di grafismi in ambito forense, Relatore: Prof. Lena Silvio, Università degli Studi di Urbino, Corso di Laurea in Tecniche Grafologiche, Anno Accademico 2005 – 2006, pp. 104;
SERWAY A. RAYMOND, JEWETT W. JOHN Jr, MADONIA FRANCESCO, Principi di Fisica, EdiSES, 1998 pp. 1070.
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I caratteri in stampa ottenuti mediante deposito di inchiostro “solido” da un mezzo meccanico con rilascio di toner o a getto di inchiostro
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