Equo compenso: il Presidente del CNF chiede un segnale dalla politica

Redazione scientifica
13 Settembre 2022

Il Presidente del CNF Maria Masi ha affermato che «l'altissimo rischio di archiviazione della discussione sul disegno di legge dell'equo compenso per i professionisti avvilisce e mortifica».

«L'altissimo rischio di archiviazione della discussione sul disegno di legge dell'equo compenso per i professionisti avvilisce e mortifica». Queste le parole del Presidente del Consiglio nazionale forense Maria Masi che continua dicendo che «sebbene non ci sia ancora formalmente un insabbiamento del testo, è evidente che i tempi siano quasi definitivamente spirati: martedì prossimo, termine ultimo per il Senato di esprimersi sul dl Aiuti bis, solo con un grande sforzo e ancora con un più grande impegno di tutte le forze politiche, potrebbe esserci una pronuncia anche sull'equo compenso».

Sottolinea il Presidente che «l'attuale situazione infastidisce non poco sotto un duplice profilo: sia per la sensazione che i professionisti, non adeguatamente considerati in questi anni particolarmente difficili, per usare un eufemismo, possano essere strumentalizzati in campagna elettorale e sia perché è stato trascurato dalla classe politica il loro diritto a un compenso giusto, a fronte della qualità e quantità delle prestazioni richieste e svolte. Il testo approvato dalla Camera è, come detto in numerose occasioni, certamente perfettibile, ma ha senza dubbio il vantaggio di correggere le criticità, presenti nell'attuale disciplina, date dai comportamenti elusivi di clienti forti e Pubblica amministrazione».

«In questa débâcle delle necessarie e invocate garanzie a favore dei professionisti italiani – prosegue il Presidente CNF - si aggiunge anche una nota tecnica che riguarda l'aggiornamento del decreto ministeriale sui parametri forensi, sul quale il CNF si è speso lungamente e sul cui testo finale, di cui attendiamo la pubblicazione, esprime piena soddisfazione. Principalmente perché per la prima volta su nostra indicazione è stata recepita un'indicizzazione (quantificata nell'indice medio del 5%) riferita al costo della vita e anche alle peculiari esigenze degli avvocati e, per la prima volta, la tariffa oraria. Quando saranno in vigore i nuovi parametri, e ci auguriamo accada prestissimo, l'avvocatura potrà godere di maggiori garanzie sia in sede giudiziale che stragiudiziale, ma paradossalmente analoghe garanzie non potremmo averle nelle relazioni e nell'attività professionale per e con Pubblica amministrazione, banche e altri soggetti cosiddetti forti».

«In questo momento chiediamo alla politica di abbandonare l'esercizio inutile di scaricare colpe e di impegnarsi a dare un serio ed efficace segnale di attenzione e cura per la giustizia, per gli avvocati e per le professioni», conclude il Presidente CNF Masi.