Indipendenza dei giudici: alla Consulta la legge di riforma della giustizia tributaria

La Redazione
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03 Novembre 2022

La riforma del processo tributario presenterebbe profili di incostituzionalità, con particolare riferimento all'indipendenza dei giudici, messa a rischio dalla posizione del MEF.

La Corte di Giustizia Tributaria di Venezia, con ordinanza n. 408 depositata il 31 ottobre scorso, ha sollevato dubbi di costituzionalità della legge 31 agosto 2022, n. 130, di riforma della giustizia tributaria.

A rischio l'autonomia e l'indipendenza dei giudici tributari: sono, infatti, più d'una le norme che vengono rimesse all'esame della Corte Costituzionale, tutte attinenti all'ordinamento giudiziario tributario.

In particolare, la legge n. 130/22 avrebbe provocato secondo la CGT di Venezia, una accentuazione del rapporto di dipendenza dei giudici dal MEF, titolare sostanziale dell'interesse oggetto delle controversie tributarie, in “ingravescente contrasto con i principi costituzionalmente garantiti dell'indipendenza e dell'imparzialità dei giudici rispetto all'assetto normativo preesistente, che già appariva idoneo a pregiudicare la garanzia dei ridetti fondamentali principi in materia di giurisdizione”. Il riferimento è agli artt. 24 e 24-bis del d.lgs. n. 545/1992, come modificati appunto dalla riforma.

I giudici si troverebbero ad essere gestiti dal MEF, ovvero da una controparte nel processo tributario.

Altri aspetti controversi, e sottoposti al vaglio della Corte Costituzionale, attengono alla lesione del rapporto di proporzionalità tra elettorato attivo e passivo, ai fini delle elezioni del consiglio di presidenza della giustizia tributaria; e l'attribuzione di funzioni monocratiche ai giudici tributari in rapporto di servizio onorario.