Il Cerved sulla durata dei fallimenti e in tema di impatti sul mercato degli NPL

La Redazione
03 Novembre 2022

Lo studio Cerved di ottobre “Durata dei fallimenti e impatti sul mercato degli NPL” evidenzia come la lentezza della giustizia civile costituisca una delle principali criticità del nostro Paese, che determina ricadute negative su competitività, investimenti e costo del debito.

Sulle procedure fallimentari i dati di Cerved indicano che nel 2021 i creditori hanno dovuto attendere in media 7 anni e 3 mesi per la chiusura di un fallimento, un dato in lieve calo rispetto al 2020 che riporta i tempi ai livelli del 2019.

Come evidenziato nello studio nel 2021 le procedure fallimentari chiuse sono state 14.545, con una crescita pari al 14,9% rispetto al 2020.

Inoltre, i dati sull'evoluzione dei fallimenti pendenti mostrano un miglioramento nella gestione degli arretrati da parte dei tribunali: vi è stato negli ultimi anni un netto calo della quota e della durata media dei fallimenti pendenti, accompagnata dalla discesa della durata delle procedure pendenti.

La durata media delle procedure fallimentari è molto diversa a livello territoriale: il Mezzogiorno, anche nel 2021, si conferma l'area con i tempi di chiusura dei fallimenti più lunghi, con una durata media di circa 10 anni con forti differenze tra Nord e Sud anche nell'incidenza delle procedure pendenti sul totale di quelle aperte. Le esecuzioni immobiliari hanno, invece, una durata media di 5,3 anni e divergono in modo significativo nelle diverse regioni della Penisola.

Il Cerved sottolinea come la durata delle procedure concorsuali e delle esecuzioni immobiliari abbia riflessi significativi sul valore dei crediti deteriorati nei bilanci delle banche italiane e nel portafoglio dei fondi che li hanno acquistati, perché incide sui tempi e sulle quote di recupero di quei crediti. L'ampia variabilità nelle tempistiche dei tribunali genera impatti differenziati sul valore dei NPL: un portafoglio di sofferenze, infatti, produrrà un flusso di cassa molto diverso a seconda della diversa efficienza dei tribunali che gestiscono le procedure.

Il documento del Cerved conclude con alcune proposte di intervento per rendere più efficiente il sistema processuale italiano che agiscono su tre leve: modifiche normative, dematerializzazione e digitalizzazione dei processi e innovazione tecnologica, al fine di aumentare la qualità e l'efficacia dei servizi forniti alla comunità.

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