Assegnazione “perpetua” di mansioni inferiori e decorrenza della prescrizione
06 Dicembre 2022
Da quale momento decorre il termine di prescrizione del diritto del lavoratore al risarcimento del danno per erroneo inquadramento, ove allo stesso siano state assegnate mansioni inferiori e tale situazione si sia protratta nel tempo?
Il diritto del lavoratore all'inquadramento professionale, costituendo un diritto di credito derivante dalle mansioni concretamente svolte ed in relazione al quale vi è per il datore il corrispondente obbligo di assegnazione, soggiace alla prescrizione ordinaria decennale di cui all'art. 2946 c.c.
Il decorso del decennio dal momento dell'insorgenza del diritto non preclude definitivamente l'accesso al superiore inquadramento allorché continui l'attività potenzialmente idonea a determinarlo, in quanto, permanendo la situazione cui la norma collega il diritto, la prescrizione decorre autonomamente da ogni giorno successivo a quello nel quale si è, per la prima volta, concretata tale situazione, fino alla cessazione della medesima. Si rammenta, infatti, che il protrarsi nel tempo di una situazione illegittima, come il demansionamento, non può essere intesa semplicemente come acquiescenza ad una situazione imposta dal datore, trattandosi di una forma di illecito permanente.
Ne consegue che la pretesa risarcitoria per il danno alla professionalità si rinnova in relazione al protrarsi dell'evento dannoso, impedendo il decorso della prescrizione fino al momento in cui il comportamento non sia cessato. In sintesi, seguendo la giurisprudenza di legittimità sul punto, nel caso dell'illecito permanente i danni si verificano momento per momento, mentre il diritto al risarcimento sorge e può essere esercitato in ogni istante, sicché il termine di prescrizione decorre de die in diem.
Anche il diritto al risarcimento del danno per erroneo inquadramento protrattosi nel tempo è assoggettato al suddetto peculiare regime del decorso della prescrizione (decennale). |