Osservatorio sulla Cassazione – Dicembre 2022
09 Gennaio 2023
Affitto di ramo d'azienda e bancarotta: il c.d. schema spin-off Cass. Pen. – Sez. V – 23 dicembre 2022, n. 48872, sent. In tema di bancarotta fraudolenta patrimoniale, il distacco del bene dal patrimonio dell'imprenditore fallito, in cui si concreta l'elemento oggettivo del reato, può realizzarsi in qualsiasi forma e con qualsiasi modalità: anche il contratto di affitto d'azienda può connotarsi in modo da integrare una bancarotta per distrazione. Integra il reato de quo qualsiasi forma di cessione di un ramo d'azienda che renda non più possibile l'utile perseguimento dell'oggetto sociale senza garantire contestualmente il ripiano della situazione debitoria della società, come nel caso in cui all'affitto non segua l'incasso dei canoni pattuiti.
Attività agricola o commerciale degli enti pubblici e privati: chiarimenti sulla valutazione Cass. Civ. – Sez. Trib. – 23 dicembre 2022, n. 37737, sent, In caso di attività svolte da enti pubblici e privati, compresi i consorzi, le associazioni o altre organizzazioni senza personalità giuridica, la valutazione sulla esclusività o prevalenza dell'esercizio di attività commerciale o agricola va operata in concreto e non in astratto in base alle sole risultanze statutarie e formali, dovendosi valutare se e in quale misura le operazioni realizzate dall'ente: a) siano riconducibile alle attività economiche di cui dall'art. 4, par. 2, della direttiva n. 77/388/CEE (e, poi, all'art. 9 della direttiva n. 2006/112/CE), b) siano effettuate a titolo oneroso e c) comportino lo sfruttamento di un bene al fine di conseguirne introiti. Ai fini di tale verifica non rilevano né lo scopo perseguito dall'attività, né il conseguimento di risultati, mentre è necessario che: 1) sussista un nesso diretto tra la cessione di beni o la prestazione di servizi ed il corrispettivo realmente percepito dal soggetto passivo, ossia un rapporto giuridico nell'ambito del quale avvenga uno scambio di reciproche prestazioni; 2) l'attività sia diretta al conseguimento stabile di introiti, tenuto conto, a tale scopo, delle condizioni in cui è effettuata la prestazione in raffronto a quelle in cui essa viene di solito realizzata, dell'entità della clientela, dell'importo degli introiti, dei criteri di determinazione delle tariffe, dei compensi e/o dei prezzi praticati, nonché degli altri elementi pertinenti, sì da verificare se le somme percepite, ancorché di importo ridotto rispetto ai costi sostenuti, costituiscano un effettivo corrispettivo dotato di stabilità o siano assimilabili ad un canone, inidoneo a conferire carattere di economicità alla prestazione.
La prova del dolo specifico nella bancarotta documentale anche mediante massime d'esperienza Cass. Pen. – Sez. V – 16 dicembre 2022, n. 47762, sent. In tema di bancarotta fraudolenta documentale del tipo “specifico”, prevista dall'art. 216, comma 1, n. 2, prima parte, l.fall., la prova del dolo specifico costituito dall'animus nocendi di recare pregiudizio ai creditori e dall'animus lucrandi, consistente nel procurare a sé o altri ingiusto profitto, deve inferirsi dal reale atteggiamento psichico dell'agente, che deve trarsi da circostanze ed elementi esteriori, anche facendo ricorso a massime di esperienza. Integrano la prova del dolo specifico la condotta dell'imprenditore consistente nell'essersi sottratto ad ogni contatto con il curatore, per evitare la consegna delle scritture contabili o ammetterne la mancata istituzione, e la condotta di occultamento, sottrazione e distruzione delle scritture, a fronte di passività elevate, come anche la condotta tesa a sottrarre alla massa fallimentare un immobile, con una vendita a mezzo scrittura privata non trascritta, accompagnata dall'azione giudiziaria della presunta acquirente.
Limiti alla responsabilità in concorso dell'amministratore di diritto Cass. Pen. – Sez. V – 16 dicembre 2022, n. 47529, sent. La responsabilità a titolo di concorso dell'amministratore di diritto non può derivare esclusivamente dalla assunzione della carica, poiché le condotte di sostituzione dei proventi illeciti punite dalla fattispecie di riciclaggio e autoriciclaggio costituiscono un quid pluris rispetto alle semplici attività di evasione fiscale e richiedono la prova sotto il profilo soggettivo di un concorso, quantomeno morale, da parte dell'amministratore di diritto e cioè la coscienza e volontà che la società verrà utilizzata anche per il compimento di tali attività, non bastando una generica consapevolezza della destinazione della struttura ad attività di elusione fiscale.
Decreto ingiuntivo emesso nei confronti dei soci di una società di persone: effetti dell'opposizione Cass. Civ. – Sez. lav. – 16 dicembre 2022, n. 36942, sent. Il decreto ingiuntivo emesso nei confronti dei soci di una società di persone acquista autorità di giudicato sostanziale nei confronti di quello, tra loro, che non abbia proposto tempestiva opposizione, il quale non può giovarsi dell'estensione degli effetti dell'accoglimento dell'opposizione proposta da altro coobbligato, dal momento che la facoltà prevista dall'art. 1306, comma 2, c.c., presuppone, oltre a un'espressa dichiarazione in tal senso, che il condebitore sia rimasto estraneo al giudizio, non potendogli, pertanto, giovare ove questi sia vincolato da un giudicato formatosi direttamente nei suoi confronti, in virtù della mancata opposizione contro il decreto ingiuntivo.
Alle S.U. la responsabilità del liquidatore di società estinta nei confronti dell'Amministrazione finanziaria Cass. Civ. – Sez. Trib., - 6 dicembre 2022, n. 35805, ord. interl Viene rimessa, per assegnazione alle Sezioni Unite, la questione di massima importanza se l'azione dell'Amministrazione finanziaria nei confronti del liquidatore di una società, ex art. 36 d.p.r. n. 602/1973, presupponga l'accertamento del debito tributario della società e la sua iscrizione a ruolo.
Effetti per i soci della sentenza di annullamento dell'atto impositivo verso la società a ristretta base sociale Cass. Civ. – Sez. VI – 6 dicembre 2022, n. 35774, ord. In tema di contenzioso tributario, la sentenza passata in giudicato di annullamento dell'atto impositivo nei confronti di società a ristretta base sociale, se fondata su motivi di rito (nella specie: l'estinzione della società), non fa stato nei confronti dei soci, mancando un accertamento inconfutabile sull'inesistenza dei ricavi non contabilizzati e della relativa pretesa fiscale.
La non fallibilità può essere provata anche con strumenti probatori diversi dai bilanci Cass. Civ. – Sez. VI – 1 dicembre 2022, n. 35381, ord. Il debitore può fornire la prova della non fallibilità, ex art. 1, comma 2, l.fall., anche con strumenti probatori alternativi ai bilanci degli ultimi tre esercizi, previsti dall'art. 15 della medesima legge fallimentare - i quali non assurgono infatti a prova legale - avvalendosi delle scritture contabili dell'impresa, come di qualunque altro documento, formato da terzi o dalla parte stessa, suscettibile di fornire la rappresentazione storica dei fatti e dei dati economici e patrimoniali dell'impresa.
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