Perizia stragiudiziale: il giudice può porla a fondamento della decisione?

Redazione scientifica
08 Febbraio 2023

Il giudice del merito può porre a fondamento della propria decisione una perizia stragiudiziale, anche se contestata dalla controparte, purché fornisca adeguata motivazione di questa sua valutazione.

La vicenda trae origine dalla pronuncia con cui la Corte d'appello di Genova rigettava il reclamo proposto dal socio unico di una s.r.l. contro la sentenza del Tribunale di Genova dichiarativa del fallimento della citata società, emessa all'esito di istruttoria prefallimentare.

Per quanto di interesse, la Corte di merito riteneva infondata l'eccezione preliminare del reclamante, di nullità della sentenza per inesistenza del decreto telematico di convocazione della società, rilevando che le verifiche demandate dalla curatela ad un esperto informatico avevano consentito di accertare che l'atto non risultava affetto da alcuna irregolarità nell'apposizione della firma digitale da parte del giudice delegato.

Il reclamante ricorreva in cassazione, denunciando la nullità della sentenza per omessa ed inesistente motivazione. Assumeva, in particolare, che la motivazione con cui la corte distrettuale aveva disatteso il reclamo avesse carattere meramente apparente, dato che la corte di merito si era adagiata sulla posizione della curatela fallimentare senza fornire la benché minima prova di aver preso in considerazione le argomentazioni offerte dal reclamante.

La Corte ha ritenuto il ricorso fondato. Secondo la consolidata giurisprudenza della Corte , infatti, il giudice del merito può porre a fondamento della propria decisione una perizia stragiudiziale, anche se contestata dalla controparte, purché fornisca adeguata motivazione di questa sua valutazione, attesa l'esistenza, nel vigente ordinamento, del principio del libero convincimento del giudicante (Cass. civ. n. 26550/2011, Cass. civ. n. 12411/2001, Cass. civ. n. 1416/1987).

Non è dunque vietato al giudice del merito, nella valutazione di tutti gli elementi sottopostigli e sempre che ne dia adeguata ragione, di porre a base della propria decisione una perizia stragiudiziale di parte - anche se impugnata dall'avversario e nonostante il suo valore di mera allegazione defensionale invece che di mezzo di prova legale - qualora essa contenga dati o considerazioni ritenute rilevanti ai fini della decisione.

Secondo i giudici di legittimità, nel caso esaminato, la Corte di merito, dopo aver dato atto che l'esistenza di una valida firma digitale era stata contestata dal reclamante sulla base dei risultati ottenuti da tre diversi software di controllo reperiti in rete, si è limitata a riportare, testualmente, il contenuto delle conclusioni del tecnico incaricato dal curatore del fallimento in ordine alla verifica della validità della firma digitale apposta sul decreto e alla mancanza di successive manomissioni del file, ma non ha spiegato in alcun modo perché ha ritenuto di aderire alla stessa.

Tratto da: www.dirittoegiustizia.it

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