La domanda di regolamento di confini è pregiudiziale rispetto a quella di rilascio delle zone occupate

Redazione scientifica
16 Febbraio 2023

Tra la domanda relativa al regolamento dei confini e quella relativa al rilascio delle zone occupate vi è un rapporto di pregiudizialità-dipendenza: se è accolta la domanda di regolamento di confini non si può non accogliere la domanda di rilascio delle zone illegittimamente occupate.

La controversia riguardava un'azione di regolamento di confini (e apposizione di termini) proposta dall'attore. Il tribunale accoglieva tale domanda ma rigettava l'ulteriore domanda attorea di rilascio delle aree illegittimamente occupate dalla convenuta.

La sentenza d'appello, gravata da appello principale della convenuta e incidentale dell'attore, in riforma parziale della sentenza di primo grado, aveva: a) rigettato la domanda di regolamento di confini; b) ritenuto coperto da giudicato il rigetto della domanda di rilascio delle aree illegittimamente occupate.

L'originario attore, per quanto di interesse, proponeva ricorso per cassazione censurando la sentenza della Corte di appello per aver ritenuto coperto da giudicato il rigetto della domanda di rilascio delle aree illegittimamente occupate.

La S.C. ha ritenuto il motivo di ricorso fondato, evidenziando come tra la domanda relativa al regolamento dei confini e quella relativa al rilascio delle zone illegittimamente occupate vi sia un rapporto di pregiudizialità-dipendenza, nel senso evidente che «la prima è pregiudiziale rispetto alla seconda, che pertanto è dipendente dalla prima: in linea di principio, se è accolta la domanda di regolamento di confini non si può non accogliere la domanda di rilascio delle zone illegittimamente occupate».

Secondo i giudici, in linea con tali principi, la Corte di secondo grado ha censurato di incoerenza la sentenza di primo grado per avere, da un lato, accolto la domanda di regolamento di confini attorea e, dall'altro lato, negato il rilascio delle aree illegittimamente occupate. Senonché, in modo contraddittorio, il giudice d'appello ha reputato di dover ripristinare coerenza tra i due capi riformando il capo pregiudiziale in linea con il capo dipendente, cioè rigettando la domanda di regolamento di confini in forza del diniego di rilascio delle aree illegittimamente.

La via per riportare coerenza tra capo pregiudiziale e capo dipendentesegue, tuttavia, una direzione opposta a quella battuta dalla Corte d'appello, cioè la direzione indicata dall'art. 336, comma 1, c.p.c. (cd. effetto espansivo interno), con la conseguenza che viene affidato nuovamente alla Corte d'appello, in diversa composizione, il compito di valutare la sussistenza delle condizioni per un pronuncia di rilascio delle zone illegittimamente occupate.

Tratta da: www.dirittoegiustizia.it

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