La Riforma tributaria sospende il giudizio di legittimità fino al 10 luglio 2023

La Redazione
23 Febbraio 2023

Nel caso in esame, la CTR Lombardia rigettava l'appello proposto da una società avverso la pronuncia della CTR Brescia, che a sua volta aveva rigettato il ricorso avverso l'avviso di accertamento per IVA, IRES, IRAP e accessori relativi all'anno d'imposta 2013 notificato dall'Agenzia delle Entrate.

La contribuente ricorre in Cassazione, depositando con modalità telematiche in data 12 gennaio 2023, istanza di sospensione ai sensi dell'art. 1, comma 197, l. n. 197/2022, il quale prevede che: «le controversie definibili non sono sospese, salvo che il contribuente faccia apposita richiesta al giudice, dichiarando di volersi avvalere della definizione agevolata. In tal caso il processo è sospeso fino al 10 luglio 2023 ed entro la stessa data il contribuente ha l'onere di depositare, presso l'organo giurisdizionale innanzi al quale pende la controversia, copia della domanda di definizione e del versamento degli importi dovuti o della prima rata».

L'art. 1, comma 186, della suddetta legge, prevede che: «le controversie attribuite alla giurisdizione tributaria in cui è parte l'Agenzia delle entrate ovvero l'Agenzia delle dogane e dei monopoli, pendenti in ogni stato e grado del giudizio, compreso quello innanzi alla Corte di Cassazione, anche a seguito di rinvio, alla data di entrata in vigore della presente legge, possono essere definite, a domanda del soggetto che ha proposto l'atto introduttivo del giudizio o di chi vi è subentrato o ne ha la legittimazione, con il pagamento di un importo pari al valore della controversia. Il valore della controversia è stabilito ai sensi del comma 2 dell'articolo 12 del decreto legislativo 31 dicembre 1992, n. 546».

E i commi 198 e 200 dello stesso articolo cit., recitano, inoltre, che: «nelle controversie pendenti in ogni stato e grado, in caso di deposito ai sensi del comma 197, secondo periodo, il processo è dichiarato estinto con decreto del presidente della sezione o con ordinanza in camera di consiglio se è stata fissata la data della decisione. Le spese del processo restano a carico della parte che le ha anticipate» e che «l'eventuale diniego della definizione agevolata deve essere notificato entro il 31 luglio 2024 con le modalità previste per la notificazione degli atti processuali. Il diniego è impugnabile entro 60 giorni dalla notificazione del medesimo dinanzi all'organo giurisdizionale presso il quale pende la controversia. Nel caso in cui la definizione della controversia è richiesta in pendenza del termine per impugnare, la pronuncia giurisdizionale può essere impugnata dal contribuente unitamente al diniego della definizione entro 60 giorni dalla notifica di quest'ultimo ovvero dalla controparte nel medesimo termine».

Per tutti questi motivi, il Collegio sospende il giudizio in oggetto, fino al 10 luglio 2023.

Fonte: Diritto e Giustizia