Il Buy back e la sua attuale diffusione in Italia
31 Maggio 2023
Introduzione
Il Buy back azionario è quell'operazione finanziaria che comporta il riacquisto di azioni proprie (va da sé, precedentemente vendute) da parte delle società quotate in borsa, con propria liquidità. Si tratta di una vera e propria strategia di investimento (rectius: di business) della società in quanto tale e nulla ha a che vedere con le operazioni proprie del management che la rappresenta e la guida. Il Buy back, infatti, è un'operazione molto diversa rispetto, per esempio, all'internal dealing, cioè all'acquisto di azioni societarie da parte degli amministratori della società con il proprio patrimonio. Il Buy back mira, invece, sostanzialmente, ad incrementare (e comunque a rafforzare) il valore dei titoli societari ed a remunerare maggiormente i soci attraverso un incremento del dividendo. Le operazioni di buy back devono essere autorizzate dalla Banca Centrale Europea. I motivi per i quali una società decide di riacquistare le proprie azioni possono essere diversi. Sostanzialmente, come già detto, l'operazione di Buy back mira a far aumentare il valore delle azioni, posto che un minor numero di azioni nel marcato comporta, a parità di domanda, un aumento del prezzo. E, a parità di utili, comporta un incremento dei dividendi da distribuire, con ovvia soddisfazione, almeno nell'immediato, dei soci. Ma tale operazione è anche un modo di investire gli utili in eccesso qualora non si intravedano altre modalità di investimento ed è, comunque, un segnale positivo inviato ai mercati finanziari atteso che un riacquisto delle proprie azioni è certamente un segnale di fiducia da parte della società. La diffusione del Buy back in Italia
Da un anno a questa parte, quattro delle maggiori banche italiane sono ricorse o hanno deliberato di ricorrere al Buy back azionario. Il primo istituto di credito a farvi ricorso è stato Unicredit, nel 2022, seguito nella seconda metà del mese di aprile (2023) da Banco Bpm e da Bper che hanno ottenuto l'approvazione dell'assemblea per il riacquisto di azioni proprie. Un piano di riacquisto di azioni proprie è stato di recente varato anche da Intesa SanPaolo, cioè dalla prima banca italiana. Oltre il sistema bancario, in passato società importanti come Eni ed Enel avevano avviato operazioni di Buy back, confermate nelle recenti assemblee. Gli investimenti in azioni proprie dell'ultimo biennio sono stati, quindi, considerevoli: 9,3 miliardi di euro per le due big del settore energetico, 5,9 miliardi da parte di Unicredit e 3,4 miliardi di euro da parte di Intesa SanPaolo, secondo il piano del 4 aprile 2023 (fonte: L'Economia del Corriere della Sera del 1° maggio 2023). Una vera e propria corsa al Buy back, dunque, tra le grosse società quotate nella Borsa di Milano. Considerazioni conclusive
I motivi che stanno spingendo il sistema bancario italiano (e non solo) verso operazioni finanziarie di Buy back sono diversi. Probabilmente un ruolo fondamentale lo giocano le voci destabilizzanti relative ad ingressi non confermati di Banco Bpm o di Unicredit sul capitale del Monte dei Paschi di Siena, banca a parziale capitale pubblico da anni nell'occhio della speculazione finanziaria. Sicchè, probabilmente, una strategia di business relativamente sicura come il riacquisto delle proprie azioni che difficilmente scalfisce la solidità patrimoniale degli investitori ed è sottoposta ad una stretta vigilanza non solo della BCE ma anche della Banca d'Italia, viene ritenuta oggi dagli istituti di credito la forma di investimento, se non più remunerativa, sicuramente più sicura. O, addirittura, “l'unica strategia di sostegno dei titoli e di remunerazione dei soci che si è trovata” (Stefano Righi, “Il riacquisto delle azioni. Perché va di moda tra i big di Piazza Affari”, L'Economia del Corriere della Sera, 01.05.2023). Il tutto, condito da una palpabile soddisfazione dei soci dovuta sia all'incremento del dividendo che alla relativa celerità della sua capitalizzazione.
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