Cosa si intende per decoro architettonico? Lo specifica la Cassazione
19 Giugno 2023
La protagonista della vicenda domandava, quindi la condanna alla riduzione in pristino e la condanna generica al risarcimento dei danni. Il conflitto arriva fino in Cassazione, dove i Giudici di legittimità danno ragione alla ricorrente, ricordando che in tema di distanze tra gli edifici, «la scelta del preveniente di costruire sul confine è definitiva, nel senso che - una volta edificato - nel sopraelevare l'opera, egli deve far combaciare il fronte della sopraelevazione con il fronte della costruzione inferiore, proseguendo in linea retta verticale, oppure deve arretrare il fronte della sopraelevazione fino a distanza dal confine non inferiore a quella legale o fino alla maggiore distanza prevista dai regolamenti locali vigenti al tempo della sopraelevazione» (Cass. n. 7762/1999, Cass. n. 14077/2003).
Inoltre, il CTU evidenzia come le alterazioni provocate dal convenuto abbiano alterato «senz'altro lo stato originario di progetto del fabbricato. [...] Tali opere chiaramente osservabili dagli appartamenti circostanti (anche di altri edifici) a quota uguale o maggiore. [...] Le forme realizzate, quali ad esempio archi delle portefinestre, non risultano in sintonia con l'estetica del fabbricato, caratterizzata dalla linea dritta […]. Inoltre, i volumi realizzati introducono elementi di disturbo e confusione (quali ad esempio solai a differenti altezze), compromettendo ulteriormente un giudizio positivo sull'estetica del fabbricato».
Inoltre, per decoro architettonico deve intendersi «l'estetica del fabbricato risultante dall'insieme delle linee e delle strutture che lo connotano intrinsecamente, imprimendogli una determinata armonica fisionomia ed una specifica identità. Pertanto, è irrilevante il grado di visibilità delle nuove opere sottoposte a giudizio, in relazione ai diversi punti da cui si osserva l'edificio» (Cass. n. 851/2007). Infatti, «in materia di condominio negli edifici, nel valutare l'impatto di un'opera modificativa sul decoro architettonico è da adottare un criterio di reciproco temperamento tra i rilievi attribuiti all'unitarietà di linee e di stile originaria, alle menomazioni apportate da precedenti modifiche e all'alterazione prodotta dall'opera modificativa sottoposta a giudizio, senza che possa conferirsi rilevanza da sola decisiva, al fine di escludere un'attuale lesione del decoro architettonico, al degrado estetico prodotto da precedenti alterazioni». Per tutti questi motivi, ne segue l'accoglimento del ricorso in oggetto.
(Fonte: Diritto e Giustizia) |