Possibile rinvio dell’avvio del processo telematico presso il Giudice di Pace

Redazione scientifica
29 Giugno 2023

A lanciare l'allarme sono Movimento forense e l'Unione nazionale giudici di pace (Mf e Ungipa), che a seguito della Conferenza nazionale sulla giustizia digitale, hanno acceso l'attenzione sulla problematica.

Con un comunicato congiunto, il Movimento Forense e l'Unione Nazionale dei Giudici di Pace evidenziano, in occasione della conferenza Nazionale sulla Giustizia Digitale, l'emersione di «alcune gravi criticità in riferimento alla dotazione strutturale degli Uffici ed all'aspetto prettamente tecnico-informatico della gestione degli uffici che, se non immediatamente risolte, rischieranno di paralizzare l'attività giurisdizionale degli Uffici del Giudice di Pace di tutta Italia, anziché proiettarli nell'auspicata e definitiva telematizzazione del processo».

La prima e più grave criticità riscontrata è l'incomprensibile e controproducente scelta del Ministero della Giustizia di non dotare i Giudici di pace di un programma o di un applicativo da remoto (cd. consolle del magistrato) per l'accesso, la consultazione, la gestione del fascicolo informatico e per la generazione e il deposito dei provvedimenti, come invece avviene per la magistratura togata e per il resto delle giurisdizioni civili.

A seguito di questa scelta, l'intera attività processuale dei giudici di Pace, sarà, infatti, unicamente e rischiosamente svolta online mediante accesso riservato al pst.giustizia.it, con la conseguente impossibilità di esecuzione da remoto e in modalità da remoto dei relativi adempimenti processuali, con tutti i rischi, quindi, conosciuti e prevedibili, di essere costrutti a mantenere attiva e funzionale la connessione al portale.

Al timeout di sicurezza per inattività, che costringerà il Giudice a ripetuti e continui accesso, l'appesantimento e l'aggravamento del lavoro dei server ministeriali, per un'attività esclusivamente online, si aggiungono altre criticità emerse, come la sola dotazione di firma digitale remota, che lavora anch'essa online, senza previsione di firma digitale su supporto fisico, le difficoltà di importazione e di inserimento nel portale di provvedimenti personalizzati e generati da remoto dal Giudice, la presenza di tipologie e schemi di provvedimento generabili estremamente ridotti e limitati, nonché all'assenza di fornitura, ancora oggi in numerosi Uffici, di macchine e di firme digitali per iniziare le esercitazioni e la sperimentazione.

Da ultimo si ricorda l'attesa per l'immissione in ruolo di Giudici di Pace che da tempo hanno terminato il tirocinio e sono stati ora assegnati all'Ufficio per il Processo, in aggiunta e in soprannumero rispetto alle migliaia di risorse che sono state già assunte con i fondi del PNRR e che sono già in servizio. Sono passati mesi da quanto in Parlamento, rispondendo ad un question time, si permetteva un'anticipazione della immissione nelle funzioni giurisdizionali.

Per la soluzione di tutte queste problematiche, si chiede un intervento urgente del Ministero della Giustizia al fine di evitare il blocco dell'attività giurisdizionale, ovvero una deroga alla telematizzazione di un Giudice, che da troppo tempo aspetta di essere effettivamente equiparato al resto della giurisdizione.

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