Il Comitato per la Corporate Governance sulla disciplina della sostenibilità

Procedere con ragionevolezza e proporzionalità nella evoluzione degli obblighi informativi e di comportamento in ambito ESG: è questo l'invito che il Comitato per la Corporate Governance – in un comunicato del 19 luglio – ha rivolto ai legislatori europeo e nazionale.

L'evoluzione del quadro normativo europeo e italiano in materia di sostenibilità, infatti, avrà un effetto significativo anche sulla corporate governance delle società che applicano il Codice di Corporate Governance. Un primo impatto si realizzerà già con la nuova disciplina europea di cui alla Direttiva CSRD, (UE) 2022/2464, in materia di Sustainability Reporting , che introduce stringenti e dettagliati obblighi di disclosure su processi, controlli e procedure, con specifico riferimento alla strategia, al sistema di controllo interno e di gestione dei rischi e alla politica di remunerazione.

Non potrà, pertanto, non tenersi conto delle esigenze di competitività e di flessibilità delle imprese europee e italiane nel contesto geopolitico ed economico in continua trasformazione.

In quest'ottica, il Comitato per la Corporate Governance offre alcuni spunti: sul fronte internazionale, appare prioritario il completo coordinamento tra gli standard di rendicontazione definiti a livello europeo con quelli già in uso a livello internazionale, in modo da evitare che le imprese europee debbano sopportare oneri maggiori rispetto a quelli dei competitor internazionali.

Sul fronte interno, invece, in fase di trasposizione nazionale della Direttiva CSRD, la disciplina degli obblighi informativi in materia di sostenibilità e, in particolare, il relativo sistema di enforcement, devono tener conto dell'esigenza di salvaguardare sia la competitività dell'ordinamento nazionale rispetto agli altri ordinamenti europei, sia la competitività all'interno del mercato italiano.