Tassa sugli extraprofitti delle banche: la posizione dell'ABI

La Redazione
14 Settembre 2023

L'Associazione Bancaria Italiana prende posizione sulla tassa una tantum agli extraprofitti delle banche, introdotta dal c.d. Decreto Asset (d.l. n. 104/2023).

In audizione alle commissioni del Senato per la conversione del d.l. Asset (d.l. n. 104/2023), il direttore generale dell'ABI ha affermato che l'introduzione di un'imposta straordinaria sugli extraprofitti delle banche ha prodotto un vulnus alla fiducia riposta sul mercato finanziario italiano.

La norma in questione è l'art. 26 del Decreto Asset (attualmente in fase di conversione in legge), che ha introdotto un'imposta straordinaria, per l'anno 2023, sui margini di interesse, cd. extraprofitti, delle banche operanti nel territorio dello Stato, determinata applicando un'aliquota del 40% sulla differenza del margine di interesse degli istituti di credito, legato all'esercizio tipico dell'attività bancaria, rispetto all'esercizio antecedente al 2022.

Secondo ABI, in primo luogo non sarebbe corretto parlare di extraprofitti per le banche: “l'extra-profitto si riferisce a una situazione specifica, quella in cui un'impresa godendo di una posizione di monopolio od oligopolio può fissare il prezzo dei suoi prodotti ricavando un profitto superiore a quello determinabile in un mercato concorrenziale. Questa situazione è assente nelle banche”, che operano invece in situazione di forte concorrenza.

Inoltre, la tassazione straordinaria produrrebbe effetti retroattivi, incidendo così sulla certezza del diritto.

L'ABI propone, infine, alcuni necessari miglioramenti della tassazione straordinaria, tra i quali la deducibilità ai fini IRES e IRAP dell'imposta.

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