Tassa extraprofitti delle banche: la BCE dice no

Fabio Fiorucci
21 Settembre 2023

Anche la BCE è intervenuta nel dibattito che si è generato intorno alla c.d. tassa sugli extraprofitti di cui al d.l. n. 104/2023, attualmente in fase di conversione in legge.

Nel primo semestre di quest'anno, i profitti del sistema bancario sono aumentati, secondo gli analisti, di oltre il 60% rispetto a quelli al semestre precedente, in un contesto caratterizzato da un incremento degli interessi sui prestiti ma non delle remunerazioni dei depositi bancari.

Come noto, l'art. 26 del d.l. n. 104/2023 prevede che tale ‘tesoretto' (differenza tra interessi attivi e interessi passivi) sia tassato mediante una imposta straordinaria (una tantum) calcolata applicando un'aliquota pari al 40 per cento sul maggior valore del margine di interesse dell'esercizio 2022 che eccede per almeno il 5% il margine del 2021 e tra il margine di interesse relativo al 2023 che eccede in questo caso per almeno il 10% il margine 2021.

Dopo le (abbastanza scontate) criticità rappresentate dall'Associazione bancaria italiana (e su cui si veda il precedente contributo, in questo portale), anche la BCE ha manifestato, con lettera del 12 settembre 2023, le sue perplessità sulla tassa degli extraprofitti. Le censure della Banca Centrale riguardano aspetti di politica monetaria, stabilità finanziaria e vigilanza prudenziale.

Più in dettaglio, la BCE osserva che “occorre prestare cautela per garantire che l'imposta straordinaria non incida sulla capacità dei singoli enti creditizi di costituire solide basi patrimoniali e di effettuare adeguati accantonamenti per maggiori svalutazioni e un deterioramento della qualità creditizia". È altresì rilevato che “limitare la capacità degli enti creditizi di mantenere posizioni patrimoniali adeguate o di costituire con prudenza accantonamenti nel contesto di una possibile flessione della qualità creditizia potrebbe mettere a repentaglio una regolare trasmissione delle misure di politica monetaria".

Ulteriori criticità del decreto-legge sono individuate nel rischio che l'imposta straordinaria possa rendere più costoso, per le banche, attrarre nuovo capitale azionario, poiché gli investitori potrebbero avere meno interesse a investire in banche italiane. Inoltre, la natura retroattiva della tassa sugli extraprofitti potrebbe alimentare la percezione di un quadro fiscale incerto e dar luogo a un ampio contenzioso, creando problemi di incertezza giuridica.

Alla luce di quanto precede, al fine di valutare se applicazione del decreto-legge ponga dei rischi per la stabilità finanziaria, e se ha il potenziale di compromettere la tenuta del settore bancario e di causare distorsioni del mercato, la BCE raccomanda che il predetto d.l. sia accompagnato da un'analisi approfondita delle potenziali conseguenze negative per il settore bancario.

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