La premialità della finanza pubblica: le agevolazioni fiscali in favore dei lavoratori impatriati
Tra le novità vi è anche un regime premiale temporaneo in favore dei lavoratori autonomi o dipendenti i quali trasferiscono la propria residenza in Italia. Le agevolazioni de quibus saranno applicate a partire dal 2024 e per i cinque anni successivi.
La norma indica dettagliatamente i presupposti per ottenere l’agevolazione ovvero potranno beneficiare di un abbattimento del 50% della tassazione, entro un limite di reddito agevolabile pari a 600.000 euro (limite quantitativo), “i lavoratori in possesso dei requisiti di elevata specializzazione e qualificazione che non risultano essere stati già residenti in Italia nei tre periodi di imposta precedenti al conseguimento della residenza”.
Il suddetto regime è, pertanto, applicabile solo al ricorrere di due presupposti: il lavoratore non abbia risieduto in Italia nei tre periodi di imposta precedenti al trasferimento e si impegna a risiedervi per almeno cinque anni.
Nel rispetto del principio di leale collaborazione e buona fede è, inoltre, previsto che, qualora i lavoratori non mantengano la residenza nei cinque anni successivi decadano dal beneficio e siano obbligati alla restituzione della agevolazione con l’aggiunta degli interessi maturati.
I benefici fiscali riguarderanno anche le categorie tenute al versamento dell’Irap. Invero, in caso di reddito derivante dalle attività di impresa, dall’esercizio di arti e professioni esercitate in forma associata e trasferite in Italia e precedentemente svolte in un Paese estero, diverso da uno Stato appartenente all’Unione Europea o allo Spazio Economico Europeo soltanto il 50% del suo ammontare concorrerà alla formazione dell’imponibile. Anche in tal caso troveranno applicazione i presupposti di cui sopra e il vantaggio fiscale ha una scansione temporale pari al quinquennio successivo al trasferimento.
Si tratta del cd. reshoring che punta a far rientrare nel territorio dello Stato le attività espatriate inducendole a reinvestire nel territorio ove originariamente erano collocate.
Le agevolazioni fiscali predette si aggiungono a quelle già riconosciute in favore dei lavoratori sportivi che decidono di rientrare nel territorio dello Stato. Più nel dettaglio, gli sportivi impatriati in Italia hanno la possibilità di applicare un regime fiscale di favore con tassazione ridotta al 50% del reddito percepito ex art. 16 del d.lgs. n. 147/15, per un periodo di cinque anni.
Si tratta della cd. “agevolazione impatriati” e riguarda tutti gli sportivi che acquisiranno la residenza fiscale in Italia.
Tali modifiche sono in linea con l’ormai consolidata “finanza premiale” ovvero di un sistema fiscale che non si limita all’utilizzo di strumenti impositivi, ma si avvale di meccanismi agevolativi al fine di soddisfare l’interesse erariale.
Tuttavia, la natura derogatoria dell’agevolazione fiscale rispetto al dovere generale di contribuzione (art. 53 Cost.) ha indotto a prevedere dei presupposti rigorosi per l’operatività del beneficio.
Al pari di ogni sistema premiale, anche in tal caso, si presume che l’agevolazione non operi automaticamente, ma sia il contribuente a dover provare la sussistenza dei presupposti per poter fruire del vantaggio.