Gennaio 2023: debiti tributari della società, operazioni infragruppo, doveri informativi dell’intermediario

La Redazione
10 Febbraio 2023

Nel mese di gennaio la Cassazione civile si è occupata di utili dell'impresa familiare, di intermediari finanziari e propensione al rischio dell'investitore, di responsabilità per i debiti tributari e di determinazione del reddito imponibile in caso di fusione. La Cassazione Penale si è pronunciata di operazioni infragruppo a rischio bancarotta.

Alle S.U. l'esclusione del convivente more uxorio dagli utili dell'impresa familiare

Cass. Civ. – Sez. Lav. – 24 gennaio 2023, n. 2121, ord. interlocutoria

Il Collegio rimette gli atti al Primo Presidente della Cassazione per l'eventuale assegnazione della causa alle Sezioni Unite civili, per la soluzione della seguente questione di massima di particolare importanza: “se l'art. 230-bis c.c., comma 3, possa essere evolutivamente interpretato (in considerazione dell'evoluzione dei costumi nonché della giurisprudenza costituzionale e della legislazione nazionale in materia di unioni civili tra persone dello stesso sesso) in chiave di esegesi orientata sia agli artt. 2, 3, 4 e 35 Cost. sia all'art. 8 CEDU come inteso dalla Corte di Strasburgo, nel senso di prevedere l'applicabilità della relativa disciplina anche al convivente more uxorio, laddove la convivenza di fatto sia caratterizzata da un grado accertato di stabilità”.

La propensione al rischio dell'investitore non attenua i doveri informativi dell'intermediario

Cass. Civ. – Sez. I – 23 gennaio 2023, n. 2006, sent.

Le valutazioni dell'adeguatezza delle operazioni al profilo di rischio del cliente e alla sua buona conoscenza del mercato finanziario non escludono l'inadempimento degli obblighi informativi posti a carico dell'intermediario finanziario, atteso che anche la propensione dell'investitore per investimenti rischiosi non esclude che egli debba poter selezionare, tra questi ultimi, quelli aventi a suo giudizio maggiori probabilità di successo, grazie alle informazioni che l'intermediario è tenuto a fornirgli.

Sanzione tributaria all'amministratore di fatto e non alla società: servono prove specifiche

Cass. Civ.- Sez. Trib. – 23 gennaio 2023, n. 1946, sent.

In tema di sanzioni amministrative relative al rapporto tributario, perché venga meno la ratio che giustifica l'applicazione dell'art. 7, d.l. n. 269/2003, convertito con modificazioni in L. n. 326/2003, diretto a sanzionare la sola società dotata di personalità giuridica, e sia ripristinata la regola generale secondo cui la sanzione amministrativa pecuniaria colpisce la persona fisica autrice dell'illecito, è necessario - quando non si tratti di società cartiera ma di quella che "a valle" riceve fatture soggettivamente inesistenti - acquisire riscontri probatori, anche presuntivi, idonei ad escludere la vitalità della società medesima, quand'anche gestita da un amministratore di fatto.

La società è uno schermo? Dei debiti tributari risponde l'amministratore di fatto

Cass. Civ. – Sez. Trib. – 17 gennaio 2023, n. 1358, sent.

In tema di sanzioni tributarie, nell'interposizione del gestore uti dominus alla società di capitali interposta ai sensi dell'art. 37, comma 3, d.p.r. n. 600/1973, non ha rilievo il rapporto fiscale proprio di quest'ultima ma quello che fa capo direttamente all'interponente in quanto effettivo possessore del reddito d'impresa, sicché, risultando come se il reddito fosse da lui prodotto, la fattispecie esula dal disposto di cui all'art. 7 del d.l. n. 269/2003 e le violazioni, pur formalmente dell'ente collettivo, vanno riferite alla sua attività.

Fusione e determinazione del reddito imponibile delle società

Cass. Civ. – Sez. V – 16 gennaio 2023, n. 1035, sent.

In tema di reddito imponibile delle società che partecipano ad una operazione di fusione, la disciplina contenuta nell'art. 172, comma 7, d.p.r. n. 917/1986, posta a tutela dal rischio di operazioni finalizzate al raggiungimento di obiettivi esclusivamente o prevalentemente elusivi, costituisce una regola circolare, che, mediante l'identificazione di criteri legali presuntivi ma specificamente predeterminati, assicura all'operatore economico la conoscenza degli effetti della fusione sotto il profilo fiscale ed è in ogni caso disapplicabile, mediante il ricorso all'interpello previsto dall'art. 11 della L. n. 212 del 2000, qualora sia dimostrato che la società partecipante all'operazione, pur con perdite fiscali incompatibili con la deducibilità dal reddito della società risultante dalla fusione, non è una “scatola vuota”.

Operazioni infragruppo: per escludere la bancarotta vanno provati i vantaggi compensativi

Cass. Pen. – Sez. V – 9 gennaio 2023, n. 225, sent.

In materia di bancarotta patrimoniale, la mera circostanza della collocazione della società fallita all'interno di un gruppo non esclude la penale rilevanza del fatto, essendo necessaria a tal fine la sussistenza di uno specifico vantaggio, anche indiretto, che si dimostri idoneo a compensare gli effetti immediatamente negativi dell'operazione infragruppo per la stessa società, trasferendo su quest'ultima il risultato positivo riferibile al gruppo.

Società non in liquidazione: come desumere lo stato di insolvenza

Cass. Civ. – Sez. VI – 3 gennaio 2023, n. 64, ord.

Lo stato di insolvenza delle società che non siano in liquidazione va desunto non già dal rapporto tra attività e passività, bensì dall'impossibilità dell'impresa di continuare ad operare proficuamente sul mercato, che si traduca in una situazione d'impotenza strutturale (e non soltanto transitoria) a soddisfare regolarmente e con mezzi normali le proprie obbligazioni, per il venir meno delle condizioni di liquidità e di credito necessarie allo svolgimento dell'attività.

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