Febbraio 2023: prescrizione dell’azione di responsabilità, effetti della scissione sulle perdite, trasformazione e posizione del debitore garantito da fideiussione

La Redazione
10 Marzo 2023

Nel mese di Febbraio la Cassazione ha affrontato fattispecie relative all'azione di responsabilità, all'efficacia per la società degli atti e ai negozi conclusi dal legale rappresentante, conseguenze della scissione sui debiti tributari e sul trattamento delle perdite maturate, sulla posizione del debitore garantito da fideiussione in caso di trasformazione della società e, infine, alla bancarotta.

È bancarotta fraudolenta distrattiva la restituzione ai soci di quanto hanno versato alla società

Cass. Pen. – Sez. I – 27 febbraio 2023, n. 8526, sent.

Integra una fattispecie penalmente rilevante, e configura un'ipotesi di bancarotta fraudolenta, il recupero, da parte dei soci di una società in stato di difficoltà finanziaria, di quanto versato attraverso un meccanismo di finanziamento della società, alternativo all'aumento di capitale, onde permetterne la sopravvivenza finanziaria. In tema di prestiti dei soci in favore della società, erogati in situazione di difficoltà finanziaria o di squilibrio patrimoniale di quest'ultima, l'art. 2467 c.c. dispone che il diritto al rimborso del finanziamento sorge postergato, qualora erogato nelle predette situazioni, rispetto a quello degli ordinari creditori sociali, al fine di evitare che i soci possano usare lo strumento del finanziamento per ricapitalizzare in maniera surrettizia la compagine sociale, aggirando i vincoli che l'ordinamento prevede in materia di conferimenti di capitale.

La società può recepire il contratto di garanzia con firma apocrifa del legale rappresentante

Cass. Civ. – Sez. III – 22 febbraio 2023, n. 5479, sent.

Il contratto (nella specie, di garanzia) cui sia stata apposta la firma apocrifa del legale rappresentante della società apparentemente firmataria è privo di effetti nei confronti della società stessa, ma può essere recepito nella sua sfera giuridica, in applicazione analogica del disposto dell'art. 1399 c.c., qualora questa, a mezzo di atti o comportamenti concludenti, provenienti dal legale rappresentante avente allo scopo adeguati poteri rappresentativi, manifesti univocamente la volontà di avvalersene.

Bancarotta: i limiti per la configurabilità del concorso dell'amministratore senza deleghe

Cass. Pen. – Sez. V – 21 febbraio 2023, n. 7384, sent.

Nei reati di bancarotta, ai fini della configurabilità del concorso degli amministratori senza delega per omesso impedimento dell'evento, è necessario che, nel quadro di una specifica contestualizzazione delle condotte dell'amministratore delegato in rapporto alle concrete modalità di funzionamento del c.d.a., emerga la prova, da un lato, dell'effettiva conoscenza di fatti pregiudizievoli per la società o, quanto meno, di "segnali di allarme" inequivocabili dai quali desumere l'accettazione del rischio - secondo i criteri propri del dolo eventuale - del verificarsi dell'evento illecito e, dall'altro, della volontà - nella forma del dolo indiretto - di non attivarsi per scongiurare detto evento.

Scissione parziale: responsabilità illimitata per i debiti fiscali anche anteriori

Cass. Civ. – Sez. Trib. – 20 febbraio 2023, n. 5204, sent.

In caso di scissione parziale, sussiste una responsabilità illimitata della società beneficiaria per i debiti fiscali, anche anteriori alla scissione, in deroga alla disciplina civilistica. Ai sensi dell'art. 173, comma 13, Tuir, nonché dall'art. 15, comma 2, d.lgs. n. 472/1997, la responsabilità si estende non solo solidalmente, ma anche illimitatamente a tutte le società partecipanti all'operazione, indipendentemente dalle quote di patrimonio assegnato con detta operazione. Tale differente trattamento non è costituzionalmente illegittimo, perché risponde all'esigenza di un'agevole riscossione dei tributi nel rispetto del principio costituzionale di pareggio del bilancio e a criteri di adeguatezza e di proporzionalità.

Fideiussione: la trasformazione di una s.n.c. in s.r.l. non peggiora la situazione del debitore garantito

Cass. Civ. – Sez. I – 17 febbraio 2023, n. 5017, ord.

In funzione dell'applicazione dell'art. 1956 c.c., in tema di liberazione del fideiussore di un'obbligazione futura, quando il debitore garantito sia una società di persone la sua trasformazione in società di capitali successiva alla prestazione di tale tipo di fideiussione non determina di per sé, in ragione degli effetti della trasformazione disciplinati dall'art. 2498 c.c., alcun peggioramento delle condizioni patrimoniali della società debitrice in riferimento alla responsabilità dei soci della società trasformata, in quanto: a) delle obbligazioni sociali passive anteriori alla trasformazione costoro continuano a rispondere personalmente e illimitatamente, salvo che creditori sociali non abbiano prestato il proprio consenso alla trasformazione (art. 2500-quinquies c.c.); b) per le obbligazioni sociali sorte dopo la trasformazione la non sussistenza di una responsabilità solidale e illimitata dei soci della società di capitali non determina alcun mutamento della consistenza quantitativa e qualitativa dell'indebitamento della società e del suo patrimonio anteriore alla trasformazione.

Le perdite generate da una società scissa vanno trasferite con metodo proporzionale alla società beneficiaria

Cass. Civ. – Sez. Trib. – 6 febbraio 2023, n. 3591, sent.

Le perdite generate dalla scissa nel corso del consolidato potranno essere oggetto di riparto con la beneficiaria, in proporzione al patrimonio netto attribuito a quest'ultima; trattandosi di società scissa consolidante, si devono intendere quelle perdite prodotte dalla scissa/consolidante per effetto della propria gestione patrimoniale e non quelle generate per effetto delle rettifiche di consolidato di cui agli artt. 122 e 123 TUIR.

Azione di responsabilità: prescrizione in cinque anni che decorre dal fallimento

Cass. Civ. – Sez. I – 6 febbraio 2023, n. 3552, ord.

L'azione di responsabilità dei creditori sociali nei confronti degli amministratori di società ex art. 2394 c.c., anche quando promossa dal curatore fallimentare ai sensi dell'art. 146 l.fall., è soggetta a prescrizione quinquennale che decorre dal momento in cui i creditori sociali sono stati in grado di avere percezione dell'insufficienza dello stato patrimoniale della società. In ragione della onerosità della prova, gravante sul curatore, avente ad oggetto appunto l'oggettiva percepibilità dell'insufficienza dell'attivo a soddisfare i crediti sociali, sussiste una presunzione iuris tantum di coincidenza tra il dies a quo di decorrenza della prescrizione e la dichiarazione di fallimento, spettando all'amministratore convenuto, che eccepisca la prescrizione dell'azione, la prova contraria della diversa data anteriore di insorgenza dello stato di incapienza patrimoniale, con la deduzione di fatti sintomatici di assoluta evidenza, la cui valutazione è riservata al giudice di merito ed è insindacabile in sede di legittimità.

La liquidazione della società non giustifica un accertamento anticipato

Cass. Civ. – Sez. VI – 1 febbraio 2023, n. 3045, ord.

Lo stato di liquidazione della società, antecedente alla sua estinzione, non preclude l'attività di accertamento, né la soddisfazione delle eventuali ragioni creditorie dell'Ufficio. La messa in liquidazione della società, infatti, non rappresenta un valido motivo per l'emissione dell'atto impositivo ante tempus, considerato, da un lato, che, a seguito della riforma del diritto societario, all'estinzione della società, conseguente alla cancellazione dal registro delle imprese, non corrisponde il venir meno di ogni rapporto giuridico facente capo alla società medesima, determinandosi un fenomeno di tipo successorio, in virtù del quale l'obbligazione della società non si estingue, ma si trasferisce ai soci, i quali ne rispondono, e, dall'altro, che deve comunque ritenersi valida la notifica dell'avviso di accertamento effettuata a mani dei soci dopo l'estinzione della società a seguito di cancellazione dal registro delle imprese.

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