Maggio 2023: intestazione fiduciaria di partecipazioni sociali, rilevanza penale della restituzione dei versamenti soci, debiti e crediti di società estinte

La Redazione
12 Giugno 2023

Questo mese dalla Cassazione pronunce su: impugnazione delle delibere di approvazione del bilancio, interessi in conflitto degli amministratori, proprietà industriale, intestazione fiduciaria di partecipazioni sociali, estinzione di società in presenza di debiti o crediti, esclusione del socio e bancarotta (misure cautelari, responsabilità del c.d.a., nesso causale tra falso in bilancio e dissesto, vantaggi compensativi e rilevanza penale della restituzione dei versamenti soci).

Bancarotta: misure cautelari personali per l'amministratore, anche prima del fallimento

Cass. Pen. – Sez. V – 25 maggio 2023, n. 23037, sent.

È legittima l'applicazione di misure cautelari personali per il reato di bancarotta anche prima della pronunzia della sentenza dichiarativa del fallimento, qualora ricorrano le condizioni previste dall'art. 238, comma 2, l.fall. per l'esercizio anticipato dell'azione penale -nel caso previsto dall'art. 7 l.fall. e in ogni altro in cui concorrano gravi motivi e già esista o sia contemporaneamente presentata domanda per ottenere la dichiarazione di fallimento - nel suo dispiegarsi nell'esercizio dei poteri propri delle indagini preliminari, compreso quello di domanda cautelare.

Bancarotta societaria: se non ci sono deleghe, risponde tutto il c.d.a.

Cass. Pen. – Sez. V – 25 maggio 2023, n. 23014, sent,

In tema di reati societari e fallimentari, quando la società è gestita da un consiglio di amministrazione, occorre distinguere l'ipotesi in cui il consiglio di amministrazione operi con o senza deleghe, in applicazione delle norme che regolano la posizione di garanzia degli amministratori: nel secondo caso, infatti, tutti i componenti del c.d.a. rispondono degli illeciti deliberati dal consiglio.

Basta l'impugnazione della delibera di approvazione del primo bilancio

Cass. Civ. – Sez. I – 24 maggio 2023, n. 14338, sent.

Ai sensi dell'art. 2434-bis c.c., le impugnazioni previste dagli artt. 2377 e 2379 c.c. nei confronti delle delibere di approvazione del bilancio non richiedono, dopo l'impugnazione giudiziale del primo bilancio, anche quella dei bilanci medio tempore chiusi nel corso del giudizio, posto che, ai sensi del comma 3 dell'art. 2434-bis c.c., l'amministratore deve tener conto delle ragioni dell'intervenuta dichiarazione giudiziale di invalidità dell'impugnata delibera di approvazione del bilancio solo nel bilancio dell'esercizio nel corso del quale viene dichiarata l'invalidità stessa

Divieto di concorrenza o conflitto di interessi: il discrimen è la sistematicità

Cass. Civ. – Sez. I – 23 maggio 2023, n. 14226, ord.

Il divieto di concorrenza di cui all'art. 2390 c.c. sanziona un complesso di atti compiuti in modo continuativo e sistematico e finalizzati ad uno scopo concorrenziale, essendo finalizzato ad evitare che, durante il suo ufficio, l'amministratore si trovi a rivestire una qualità o a svolgere una attività che lo pongano in contrasto con gli interessi della società in modo tale da produrre in capo a quest'ultima un danno. A tale scopo, il rapporto concorrenziale deve essere concreto ed attuale e comporta l'assunzione di una posizione che comporti il sistematico esercizio concorrenziale di atti coordinati e unificati sul piano funzionale, non essendo sufficiente ad integrare la fattispecie il compimento di un solo atto in concorrenza che, al limite, può integrare ipotesi di conflitti di interessi o di violazione del generale dovere di fedeltà.

Acquisizione derivativa dei diritti di utilizzazione economica dell'opera cinematografica e onere della prova

Cass. Civ. – Sez. I – 23 maggio 2023, n. 14117, sent.

In tema di proprietà industriale, l'art. 45 L.d.A., nel prevedere che al "produttore" spetta l'esercizio dei diritti di utilizzazione economica dell'opera cinematografica, detta una presunzione che vale fino a prova contraria, presupponendo che il "produttore" si assicuri preventivamente dagli autori (del "soggetto", della "sceneggiatura" e della "musica") i diritti di sfruttamento cinematografico dell'opera per tutta la durata del diritto di utilizzazione economica spettante all'autore, onde prevenire, in radice, ogni possibile controversia giuridica relativa a tali futuri diritti. Ne consegue che chi contesti al produttore cinematografico l'intervenuta acquisizione a titolo derivativo della titolarità dei diritti di utilizzazione dell'opera, o anche solo l'estensione o l'ambito temporale di tali diritti, è tenuto a fornirne la prova alla luce delle concrete pattuizioni contrattuali.

Bancarotta societaria: il nesso causale tra falso in bilancio e dissesto

Cass. Pen. – Sez. V – 19 maggio 2023, n. 21639, sent.

In tema di bancarotta impropria da reato societario, con riferimento al reato di cui all'art. 2621 c.c.., sussiste il nesso eziologico fra le false comunicazioni sociali e il dissesto allorché il mendacio celi una perdita del capitale sociale al di sotto del minimo legale ex art.2463, comma 1, n. 4), c.c., così impedendo l'emergere di una causa di scioglimento della società di capitali ai sensi dell'art. 2484, comma 1, n. 4, c.c., nonché eludendo gli obblighi dell'amministratore di provvedere «senza indugio» a fronte della causa di scioglimento aì sensi dell'art. 2485, comma 1, c.c., così provocando ulteriori perdite, conseguenti a indebiti finanziamenti e al protrarsi della gestione in regime non liquidatorio.

I crediti della società estinta passano ai soci

Cass. Civ. – Sez. I – 17 maggio 2023, n. 13600, sent.

A seguito dell'estinzione di una società di capitali, i diritti della medesima vantati, non liquidati nel bilancio finale di liquidazione, transitano nella titolarità dei soci. Pertanto, l'estinzione della società conseguente alla sua cancellazione dal registro delle imprese, ove intervenuta nella pendenza di un giudizio dalla stessa originariamente intrapreso, non determina anche l'estinzione della pretesa azionata, salvo che il creditore abbia manifestato, anche attraverso un comportamento concludente, la volontà di rimettere il debito.

Il superamento della presunzione di non operatività delle società

Cass. Civ. – Sez. Trib. – 16 maggio 2023, n. 13336, ord.

In tema di società non operative, il contribuente può superare la presunzione relativa di non operatività di cui all'art. 30, l. n. 724/1994, dando prova dell'esistenza di situazioni oggettive, indipendenti dalla sua volontà, da valutarsi in relazione alle effettive condizioni del mercato; l'affermazione, da parte del giudice di merito, dell'idoneità o meno dei fatti accertati, ove incontroversi, ad integrare siffatta ipotesi può essere oggetto di sindacato per vizio cd. di sussunzione - riconducibile al paradigma di cui all'art. 360, comma 1, num. 3, c.p.c.

Intestazione fiduciaria di partecipazioni sociali e restituzione dei dividendi

Cass. Civ. – Sez. I – 9 maggio 2023, n. 12353, sent.

In caso di intestazione fiduciaria di partecipazioni sociali, al fiduciario che non restituisca le azioni una volta richiesto dal fiduciante e non riversi al medesimo i dividendi azionari percepiti è inapplicabile il regime degli artt. 1147 e 1148 c.c. sul possesso di buona fede della cosa, risolvendosi per intero la vicenda nell'ambito della disciplina delle obbligazioni e dei contratti, onde il fiduciario è tenuto a pagare quanto ricevuto a titolo di dividendi sin dal momento in cui li abbia riscossi dalla società, e sugli stessi sono altresì dovuti gli interessi di pieno diritto dallo stesso momento, o, in presenza di una domanda in tal senso limitata ex art. 99 c.p.c., dal giorno della messa in mora.

Per l'ex socio della s.r.l. estinta non c'è una successione automatica nei suoi debiti

Cass. Civ. – Sez. II – 9 maggio 2023, n. 12328, sent.

L'ex socio che agisca a tutela di un rapporto obbligatorio sorto in capo ad una società di capitali cancellata dal registro delle imprese deve allegare espressamente di aver avuto in sede di liquidazione della società beni rispetto ai quali può essere chiamato a rispondere e non può limitarsi ad agire in giudizio nella semplice qualità di socio della società, non implicando tale qualità necessariamente una successione nei rapporti debitori.

La rilevanza penale della restituzione dei versamenti ai soci

Cass. Pen. – Sez. V – 4 maggio 2023, n. 18808, sent.

In tema di reati fallimentari, il prelievo di somme a titolo di restituzione di versamenti operati dai soci in conto capitale (o indicati con analoga dizione) integra la fattispecie della bancarotta fraudolenta per distrazione, non dando luogo tali versamenti ad un credito esigibile nel corso della vita della società, mentre, al contrario, il prelievo di somme quale restituzione di versamenti operati dai soci a titolo di mutuo integra la fattispecie di bancarotta preferenziale.

Per l'esclusione della bancarotta, i vantaggi compensativi vanno provati

Cass. Pen. – Sez. I – 3 maggio 2023, n. 18333, sent.

In tema di bancarotta fraudolenta patrimoniale, la natura distrattiva di un'operazione all'interno del medesimo gruppo può essere esclusa in presenza di vantaggi compensativi, che riequilibrino gli effetti immediatamente negativi per la società fallita e neutralizzino gli svantaggi per i creditori sociali. Tuttavia, pur a fronte dell'esistenza di un soggetto economico unitario, l'esistenza del vantaggio compensativo derivante dall'atto di disposizione patrimoniale, complessivamente riferibile al gruppo, produttivo per la fallita di indiretti effetti compensativi ex art. 2634, comma 3, c.c. rispetto a quelli immediatamente negativi dell'operazione, deve essere provato dall'interessato.

Escluso il socio che non adempie agli obblighi sociali

Cass. Civ. – Sez. I – 2 maggio 2023, n. 11319, sent.

Il mancato assolvimento, da parte del socio, degli obblighi sociali in violazione di una previsione statutaria, può integrare un inadempimento connotato da gravità idonea a giustificare l'esclusione. Nel giudizio d'opposizione contro la deliberazione di esclusione del socio, resa dai competenti organi collegiali per inosservanza del socio medesimo a determinate previsioni dello statuto, al giudice del merito è preclusa un'indagine sull'opportunità della sanzione: egli deve, invece, valutare la riconducibilità in concreto dei comportamenti del socio escluso alla previsione statutaria che giustifica il provvedimento di esclusione, tenendo conto a tal fine, specie quando la previsione statutaria si riferisca a comportamenti solo genericamente o sinteticamente indicati come contrari all'interesse sociale, della rilevanza della lesione eventualmente inferta dal socio all'interesse della società.

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