Giugno 2023: effetti della trasformazione in s.r.l. sulla responsabilità dei soci, reintegrazione del capitale sociale, bancarotta dell’amministratore che si rimborsa i finanziamenti

La Redazione
10 Luglio 2023

Questo mese la Cassazione è tornata ad occuparsi della rilevanza penale della restituzione dei versamenti soci e dei limiti della responsabilità penale dell'amministratore di diritto per fatti di bancarotta. Inoltre, si è pronunciata sugli effetti della trasformazione di una società di persone in s.r.l. ed effetti sulla responsabilità illimitata dei soci, sui contratti di investimento, sugli effetti della reintegrazione del capitale sociale sulla responsabilità degli amministratori. E ancora, di riabilitazione di un marchio in disuso, di mutuo solutorio e di bancarotta per l'amministratore che si rimborsa i finanziamenti erogati in qualità di socio in violazione della postergazione.

Bancarotta: per la responsabilità dell'amministratore testa di legno non basta la mera accettazione della carica

Cass. Pen. – Sez. V – 22 giugno 2022, n. 27411, sent.

L'amministratore di diritto risponde, unitamente all'amministratore di fatto, per non avere impedito l'evento che aveva l'obbligo di impedire, essendo sufficiente, sotto il profilo soggettivo, la generica consapevolezza che l'amministratore effettivo svolga attività illecita; tuttavia, tale consapevolezza non può dedursi dal solo fatto che il soggetto abbia accettato di ricoprire formalmente la carica di amministratore.

La trasformazione in s.r.l. libera i soci illimitatamente responsabili solo con consenso dei creditori

Cass. Civ. – Sez. I – 19 giugno 2023, n. 17473, sent.

Ai sensi dell'art. 2500-quinquies c.c., la trasformazione di una società di persone in società di capitali non libera i soci illimitatamente responsabili per le obbligazioni sorte prima degli adempimenti di cui all'art. 2500, comma 3, c.c., se non risulta che i creditori sociali hanno dato il loro consenso alla trasformazione, potendosi presumere il consenso se i creditori, ai quali la deliberazione di trasformazione sia stata formalmente comunicata, per raccomandata o con altri mezzi, non lo abbiano espressamente negato nel termine di sessanta giorni dal ricevimento della comunicazione.

Bancarotta distrattiva per l'amministratore che si rimborsa i finanziamenti erogati quale socio, in violazione della postergazione

Cass. Pen. – Sez. V – 16 giugno 2023, n. 26268, sent.

Integra il delitto di bancarotta fraudolenta patrimoniale per distrazione, e non quello di bancarotta preferenziale, la condotta dell'amministratore di una società che proceda al rimborso di finanziamenti da lui erogati in qualità di socio in violazione della regola della postergazione di cui all'art. 2467 c.c.

Ancora sulla rilevanza penale della restituzione dei versamenti soci

Cass. Pen. – Sez. V – 16 giugno 2023, n. 26240, sent.

Solo il prelievo di somme di denaro a titolo di restituzione dei versamenti operati dai soci in conto capitale costituisce effettivamente una distrazione ed integra, pertanto, la fattispecie della bancarotta fraudolenta patrimoniale, non rappresentando tali versamenti un credito esigibile nel corso della vita della società, mentre la restituzione di quelli operati dai soci a titolo di mutuo è punibile a titolo di bancarotta preferenziale, a prescindere dalla qualifica rivestita dal destinatario delle restituzioni all'interno della società.

Anche dopo aver sottoscritto l'ordine di investimento si può contestare il profilo di rischio assegnato

Cass. Civ. – Sez. I – 15 giugno 2023, n. 17180 ord.

Il mancato disconoscimento delle sottoscrizioni apposte sul modulo di profilatura e sugli ordini d'investimento prodotti in giudizio non preclude all'investitore di dimostrare che il profilo di rischio a lui attribuito non corrispondeva a quello emergente dal questionario valutativo sottoposto alla sua attenzione, né che i prodotti finanziari acquistati per suo conto presentavano un margine di rischio superiore a quello consentito dal loro profilo.

Con la reintegrazione del capitale sociale viene meno la responsabilità degli amministratori

Cass. Civ. – Sez. I – 15 giugno 2023, n. 17139, sent,

La reintegrazione del capitale fa venire meno ex tunc lo scioglimento della società, ex art. 2484, comma 1, n. 4 c.c., ed anche la responsabilità dell'amministratore, ai sensi dell'art. 2393 c.c., per l'omesso accertamento della causa di scioglimento e per la prosecuzione della gestione, ai sensi degli artt. 2485 e 2486 c.c., potendo al limite farsi valere la responsabilità per la mancanza di sollecitudine nella convocazione dell'assemblea. Nell'ipotesi di perdita del capitale e sua riduzione al di sotto del minimo di legge, infatti, lo scioglimento della società si produce automaticamente ed immediatamente, salvo il verificarsi della condizione risolutiva costituita dalla reintegrazione del capitale (o dalla trasformazione della società) ai sensi dell'art. 2447 c.c., in quanto, con il verificarsi dell'anzidetta condizione risolutiva, viene meno ex tunc lo scioglimento della società.

Incasso giuridico: con la rinuncia dei soci ai crediti non scatta più la tassazione

Cass. Civ. – Sez. Trib. – 12 giugno 2023, n. 16595, sent.

In tema di imposte sui redditi di capitale – in ragione di quanto previsto dagli artt. 88, comma 4-bis94, comma 6, 101, comma 5, t.u.i.r. a seguito delle modifiche di cui all'art. 13, l. 14 settembre 2015, n. 147,  – la rinuncia, operata da un socio nei confronti della società, al credito avente ad oggetto interessi maturati su finanziamenti erogati nei confronti di una società partecipata, non comporta l'obbligo di sottoporne a tassazione il relativo ammontare, con applicazione, ai sensi dell'art. 26, comma 5, d.p.r.. n. 600 del 1973, della ritenuta fiscale, cui la società è tenuta quale sostituto d'imposta, avendo le nuove disposizioni rimediato all'asimmetria fiscale o “salto d'imposta” di cui al precedente regime.

Valido il mutuo solutorio

Cass. Civ. – Sez. I – 9 giugno 2023, n. 16377, sent.

Il cd. "mutuo solutorio", stipulato per ripianare la pregressa esposizione debitoria del mutuatario verso il mutuante, non è nullo - in quanto non contrario né alla legge, né all'ordine pubblico - poiché l'accredito in conto corrente delle somme erogate è sufficiente ad integrare la datio rei giuridica propria del mutuo e il loro impiego per l'estinzione del debito già esistente purga il patrimonio del mutuatario di una posta negativa.

Obblighi informativi in capo all'intermediario, anche se l'investitore è esperto

Cass. Civ. – Sez. I – 8 giugno 2023, n. 16184, sent.

In tema di intermediazione finanziaria, l'intermediario non è esonerato, pure in presenza di un investitore aduso ad operazioni finanziarie a rischio elevato che risultino dalla sua condotta pregressa, dall'assolvimento degli obblighi informativi previsti dal TUF e dalle relative prescrizioni di cui al regolamento Consob n. 11522/1998 e successive modificazioni, permanendo in ogni caso il suo obbligo di offrire la piena informazione circa la natura, il rendimento ed ogni altra caratteristica del titolo. Grava sull'intermediario, ex art. 23, comma 6, TUF, provare di aver agito con la specifica diligenza richiesta e, dunque, dimostrare di avere correttamente informato i clienti sulla natura, i rischi e le implicazioni della specifica operazione relativa ai titoli mobiliari oggetto di investimento.

Riabilitazione di un marchio in disuso: il caso di un format tv

Cass. Civ. – Sez. I – 6 giugno 2023, n. 15903, sent.

Posto che la ripresa dell'uso del marchio, ai fini della riabilitazione dello stesso ex art. 24, comma 3, c.p.i., deve consistere in un'attività che ha ad oggetto un uso effettivo del segno, lo sfruttamento riabilitante del marchio che distingue uno spettacolo televisivo, e che sia correlato alla visione dello stesso, non discende dal fatto che tale spettacolo sia trasmesso in chiaro sull'intero territorio nazionale, quanto dal fatto che la programmazione, in base all'accertamento del giudice del merito, da condurre col necessario rigore, avendo anche riguardo alla frequenza e alla durata della messa in onda dello spettacolo in questione, sia tale da escludere che quell'uso, con riguardo al mercato televisivo, si debba considerare simbolico.

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