Luglio 2023: condotte distrattive, TFR non versato, accordo di composizione della crisi e piano del consumatore

La Redazione
10 Agosto 2023

Questo mese si segnalano le pronunce della Corte di cassazione in tema di liquidazione del compenso all’amministratore in mancanza di delibera assembleare, idoneità della C.U. a costituire prova del pagamento del credito documentato, ricorribilità per cassazione avverso il provvedimento di accoglimento del reclamo contro l’omologa di un accordo di composizione della crisi da sovraindebitamento, piano del consumatore, credito da TFR non versato e continuazione tra più reati di bancarotta nel medesimo fallimento.

Il pagamento di competenze all'amministratore in mancanza di delibera assembleare non integra una distrazione se il compenso è congruo

Cass. pen., sez. V, 7 luglio 2023, n. 29582

L'art. 2389 c.c. impone che la misura del compenso degli amministratori di società di sia determinata con delibera assembleare; cosicché, la condotta dell'amministratore che prelevi somme dalle casse sociali a titolo di pagamento di competenze, solo genericamente indicate nello statuto e in assenza di una delibera assembleare autorizzativa, integra il delitto di bancarotta fraudolenta per distrazione. La delibera assembleare, tuttavia, non è elemento costitutivo del suo diritto, ma solo fonte del relativo accertamento e della conseguente liquidazione. Cosicché, ove l'amministratore prelevi una somma congrua rispetto al lavoro prestato, la sua condotta, pur qualificabile in termini di bancarotta preferenziale, non ha valenza distrattiva, in quanto non incide sulla consistenza patrimoniale della società (avendo egli diritto al compenso), ma solo sulla par condicio creditorum.

La sola Certificazione Unica non costituisce prova del pagamento

Cass. civ, sez. I, 12 luglio 2023, n. 19820

Le buste paga e la CU provenienti dalla parte datoriale, in mancanza di altri elementi probatori (quali ad esempio quietanze, assegni, invii di bonifici) non costituiscono prova del pagamento del credito in essi documentato, in quanto provenienti dalla stessa parte interessata ad opporre il fatto estintivo.

Il provvedimento che accoglie il reclamo proposto avverso l'omologa dell'accordo di composizione della crisi da sovraindebitamento è ricorribile per cassazione

Cass. civ., sez. I, 27 luglio 2023, n. 22797

È ammissibile il ricorso per cassazione avverso il provvedimento del tribunale, in composizione collegiale, di accoglimento del reclamo proposto contro il provvedimento di omologazione, da parte del giudice monocratico, di un accordo di composizione della crisi da sovraindebitamento proposto ai sensi degli artt. 10 e ss. della l. n. 3/2012 (e succ. mod.), trattandosi di provvedimento avente carattere decisorio e definitivo, tenuto conto della natura contenziosa del procedimento e della sua idoneità ad incidere su diritti soggettivi, regolamentando in modo incontrovertibile la dedotta situazione di sovraindebitamento.

Piano del consumatore: l'incompletezza della documentazione non può essere imputata al debitore

Cass. civ., sez. I, 27 luglio 2023, n. 22900

Il controllo sulla documentazione necessaria per l'omologazione del piano del consumatore compete innanzitutto all'OCC, e quindi, in ogni caso, al giudice, con la conseguenza che la pronuncia del provvedimento di omologazione per un verso presuppone che quel controllo sia stato effettuato, per altro verso impedisce che l'incompletezza della documentazione necessaria alla sua attuazione possa essere imputata al consumatore, il quale pertanto non può essere chiamato a sopportarne le conseguenze negative, come è invece accaduto all'odierna ricorrente.

TFR non versato: il lavoratore è legittimato ad insinuarsi allo stato passivo del datore di lavoro fallito, salvo cessione del credito a favore del Fondo di Previdenza Complementare

Cass., sez. lav., 10 luglio 2023, n. 19510

Il fallimento del datore di lavoro, quale mandatario del lavoratore, comporta lo scioglimento del contratto di mandato, ai sensi dell'art. 78, comma 2, l. fall. e il ripristino della titolarità, spettante di regola al lavoratore, così legittimato ad insinuarsi allo stato passivo, salvo che dall'istruttoria emerga che vi sia stata una cessione del credito in favore del F.P.C., cui in tal caso spetta la legittimazione attiva ai sensi dell'art. 93 l. fall.

Plurime condotte bancarottiere nell'ambito del medesimo fallimento dànno luogo alla peculiare forma di continuazione ex art. 219, comma 2, n. 1 l. fall.

Cass. pen., sez. I, 13 luglio 2023, n. 30504

La Corte ribadisce un suo precedente orientamento: “In tema di reati fallimentari, nel caso di consumazione di una pluralità di condotte tipiche di bancarotta nell'ambito del medesimo fallimento, le stesse mantengono la propria autonomia ontologica, dando luogo ad un concorso di reati, unificati, ai soli fini sanzionatori, nel cumulo giuridico previsto dall'art. 219, comma 2,  n. 1 l. fall., disposizione che pertanto non prevede, sotto il profilo strutturale, una circostanza aggravante, ma detta per i reati fallimentari una peculiare disciplina della continuazione derogatoria di quella ordinaria di cui all'art. 81 c.p.

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