Dicembre 2023: distribuzione degli utili ai soci, acquisto di partecipazioni sociali a prezzo quasi nullo, interdizione dagli uffici direttivi di società

La Redazione
08 Gennaio 2024

Nel mese di dicembre la Cassazione si è occupata dei limiti temporali per l'estensione del fallimento al socio illimitatamente responsabile, della pena accessoria dell'interdizione temporanea dagli uffici direttivi di società, di doveri informativi dell'intermediario anche se l'investitore ha alta propensione al rischio, di acquisto di partecipazioni sociali a un prezzo vicino allo zero, di responsabilità illimitata del socio di s.n.c. nei rapporti tra soci e di sanzioni Consob per gli amministratori – anche privi di deleghe, di responsabilità penale dell'amministratore di fatto.

Estensione del fallimento al socio illimitatamente responsabile anche dopo dieci anni

Cass. Civ. – Sez. I – 27 dicembre 2023, n. 35954, sent.

L'estensione di fallimento nei confronti del socio illimitatamente responsabile, ove la domanda sia proposta dal curatore del fallimento della società, può essere dichiarata anche oltre il termine di prescrizione decennale decorrente dalla dichiarazione di fallimento. L'azione del curatore presuppone unicamente che sia stato dichiarato il fallimento di una società con soci illimitatamente responsabili, ai sensi dell'art. 147, comma 1, l.fall., e che, dopo il fallimento della società -insolvente, e quindi, in quel momento, incontestabilmente gravata, almeno in sede di estensione, da debiti insoluti e non prescritti-, emerga l'esistenza di altro socio, illimitatamente responsabile per (tali) obbligazioni sociali, che, per un motivo o per l'altro, non era già stato dichiarato fallito, a norma dell'art. 147, comma 1, cit., per effetto automatico della dichiarazione di fallimento della società.

L'interdizione dagli uffici direttivi di società vale anche per le ditte individuali

Cass. Pen. – Sez. II – 22 dicembre 2023, n. 51309, sent.

La pena accessoria dell'interdizione temporanea dagli uffici direttivi delle persone giuridiche esercenti attività d'impresa, di cui all'art. 32-bis c.p., si riferisce a tutte le persone giuridiche di diritto privato e quindi anche alle ditte individuali. L'esclusione della ditta individuale dal regime normativo che si applica alle persone giuridiche creerebbe il rischio di un vero e proprio vuoto normativo, con inevitabili ricadute sul piano costituzionale connesse ad una disparità di trattamento tra coloro che ricorrono a forme semplici di impresa e coloro che, per svolgere l'attività, ricorrono a strutture ben più complesse e articolate.

La propensione al rischio dell'investitore non esime l'intermediario dai suoi doveri informativi

Cass. Civ. – Sez. I – 22 dicembre 2023, n. 35926

In tema di intermediazione finanziaria, dall'obbligo informativo gravante sull'intermediario deriva una presunzione legale di sussistenza del nesso causale fra inadempimento informativo e pregiudizio, pur suscettibile di prova contraria da parte dell'intermediario; tale prova, tuttavia, non può consistere nella dimostrazione di una generica propensione al rischio dell'investitore, desunta anche da scelte intrinsecamente rischiose pregresse, perché anche l'investitore speculativamente orientato e disponibile ad assumersi rischi deve poter valutare la sua scelta speculativa e rischiosa nell'ambito di tutte le opzioni dello stesso genere offerte dal mercato, alla luce dei fattori di rischio che gli sono stati segnalati.

Il diritto a percepire gli utili del socio in proporzione alla quota posseduta

Cass. Civ. – Sez. I – 21 dicembre 2023, n. 35761, sent.

Ciascun socio ha diritto di percepire l'utile in proporzione alla quota di partecipazione posseduta. L'utile che il socio matura, in qualsiasi tipo societario di esercizio dell'impresa, è diretta proiezione del diritto amministrativo conseguente all'assunzione di tale qualità e si parametra, in proporzione alla quota posseduta, all'utile maturato dalla società in base alle risultanze delle scritture contabili (rendiconto o bilancio) approvate dai soci; in tale contesto, non vi è alcuno spazio per la rilevanza di chi, o come, tra i singoli soci, abbia contribuito alla formazione dell'utile medesimo, posto che non sussiste nel diritto societario alcun intuitus personae riferibile alla formazione dell'utile di esercizio, come invece la censura in esame mostra erroneamente di ritenere.

Lecito l'acquisto di partecipazioni sociali a un prezzo vicino allo zero

Cass. Civ. – Sez. I – 21 dicembre 2023, n. 35685

Non può ritenersi meramente apparente o simbolico – e non determina, quindi, la nullità del contratto per difetto di uno dei suoi requisiti aziendali - il prezzo che, seppur pari a zero o a cifra che si approssima allo zero, si riferisca a un negozio che presenti carattere oneroso, in relazione all'assunzione da parte dell'acquirente, contestuale o con atti collegati, di obblighi connessi con il diritto acquistato come nel caso dell'acquisizione di partecipazioni sociali, che impongono al titolare ulteriori apporti finanziari, pena l'azzeramento del valore di tali partecipazioni.

Come riconoscere ai fini penali un amministratore di fatto

Cass. Pen. – Sez. V – 12 dicembre 2023, n. 46999, sent.

La nozione di amministratore di fatto, introdotta dall'art. 2639 c.c., postula l'esercizio in modo continuativo e significativo dei poteri tipici inerenti alla qualifica od alla funzione, talché la posizione dell'amministratore di fatto, destinatario delle norme incriminatrici della bancarotta fraudolenta, si traduce, nell'ambito processuale, nell'accertamento di elementi sintomatici di gestione o cogestione della società, risultanti dall'organico inserimento del soggetto, quale intraneus che svolge funzioni gerarchiche e direttive, in qualsiasi momento dell'iter di organizzazione, produzione e commercializzazione dei beni e servizi - rapporti di lavoro con i dipendenti, rapporti materiali e negoziali con i finanziatori, fornitori e clienti - in qualsiasi branca aziendale, produttiva, amministrativa, contrattuale, disciplinare. L'accertamento degli elementi sintomatici di tale gestione o cogestione societaria costituisce oggetto di apprezzamento di fatto che è insindacabile in sede di legittimità, se sostenuto da motivazione congrua e logica.

S.n.c.: la responsabilità illimitata dei soci vale verso i terzi, non nei rapporti tra soci

Cass. Civ. – Sez. II – 5 dicembre 2023, n. 33915, sent.

Nei rapporti tra i soci di una società in nome collettivo (e a prescindere dal titolo dell'azione fatta valere nei confronti della società) deve escludersi l'applicazione del principio della responsabilità solidale illimitata di ciascuno di essi per le obbligazioni sociali di cui all'art. 2291 c.c., principio dettato esclusivamente a tutela dei terzi estranei alla società e quindi solo nei riguardi di questi operante. Pertanto, per regolare i rapporti tra i soci di s.n.c. deve tenersi conto dei reciproci obblighi di proporzionale contribuzione per gli oneri sociali.

Sanzioni Consob per gli amministratori: illeciti di mera trasgressione e di pericolo

Cass. Civ. – Sez. II – 4 dicembre 2023, n. 33788, sent.

In tema di responsabilità degli amministratori – anche privi di deleghe – la sanzione amministrativa di cui all'art. 190 TUF, per violazione degli obblighi di cui agli artt. 21 e 40 TUF, non richiede, per la sua applicazione, l'effettivo verificarsi del danno, versandosi in presenza di illeciti di c.d. “mera trasgressione”, relativamente ai quali occorre unicamente avere riguardo alla condotta in concreto tenuta ed alla sua potenziale idoneità a pregiudicare l'interesse degli investitori. Gli illeciti previsti dall'art. 190 sono qualificabili come illeciti di mera condotta e di pericolo, e sono volti ad assicurare il corretto espletamento del servizio di intermediazione finanziaria a tutela non già del singolo investitore, ma dell'intero mercato e dell'affidamento che i potenziali investitori debbono nutrire circa la correttezza delle regole procedimentali.

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