Febbraio 2024: abuso della maggioranza, acquisto di azioni proprie, azioni di responsabilità e criterio del differenziale dei netti patrimoniali

La Redazione
07 Marzo 2024

La Cassazione a gennaio si è occupata del divieto di assistenza finanziaria per l'acquisto di azioni proprie, del criterio per la liquidazione del danno nelle azioni di responsabilità e della sua applicazione ai processi pendenti al momento dell'entrata in vigore del c.c.i.i., dell'oggetto di un contratto di cessione di azioni societarie, della durata di una società di persone e del diritto di recesso dei soci, di estinzione di società di capitali e sorte dei rapporti giuridici ancora pendenti, di finanziamenti contrari al buon costume, di mutuo e garanzie accessorie. In sede penale, la Cassazione si è occupata di sequestro preventivo, di responsabilità dell'amministratore di fatto e di responsabilità dei sindaci nella bancarotta semplice, di pagamento di creditori finalizzato al riequilibrio finanziario e patrimoniale della società.

Acquisto di azioni proprie: la nullità si estende all'opzione put

Cass. Civ. – Sez. I – 28 febbraio 2024, n. 5264

La violazione del divieto di assistenza finanziaria per l'acquisto di azioni proprie, in assenza delle condizioni previste dall'art. 2358 c.c., trattandosi di norma imperativa di grado elevato, comporta la nullità, ex art. 1418 c.c., non solo del finanziamento, ma pure dell'atto di acquisto, ove ne sia dimostrato, anche mediante presunzioni, il collegamento funzionale da chi intenda far valere la nullità dell'operazione nel suo complesso. Tale nullità si estende anche ai patti – quali quelli di cui a un'opzione put - funzionali all'acquisto.

Azioni di responsabilità: il criterio del differenziale dei patrimoni netti applicabile anche ai processi pendenti

Cass. Civ. – Sez. I – 28 febbraio 2024, n. 5252

L'art. 2486, comma 3, c.c., come novellato dall'art. 378 c.c.i., laddove reca il criterio presuntivo legale del differenziale dei patrimoni netti, utilizzabile per la quantificazione del danno nelle azioni di responsabilità, deve essere definita come norma latamente processuale ed è, pertanto, applicabile anche ai giudizi in corso al momento della sua entrata in vigore, perché rivolta a stabilire non un criterio (nuovo) di riparto di oneri probatori, ma semplicemente un criterio valutativo del danno, rispetto a fattispecie integrate dall'accertata responsabilità degli amministratori per atti gestori non conservativi dell'integrità e del valore del capitale dopo il verificarsi di una causa di scioglimento della società.

Cessione di azioni societarie e garanzie contrattuali per vizi

Cass. Civ. – Sez. I – 26 febbraio 2024, n. 5053

La cessione delle azioni di una società di capitali ha come oggetto immediato la partecipazione sociale e solo quale oggetto mediato la quota parte del patrimonio sociale che tale partecipazione rappresenta. Pertanto, le carenze o i vizi relativi alle caratteristiche e al valore dei beni ricompresi nel patrimonio sociale e, di conseguenza, alla consistenza economica della partecipazione possono giustificare la sua risoluzione o la riduzione del prezzo pattuito solo se il cedente abbia fornito, a tale riguardo, specifiche garanzie contrattuali.

Recesso ad nutum nelle società di persone che durano più dei soci

Cass. Civ. – Sez. I – 26 febbraio 2024, n. 4978

Se il termine di durata previsto dall'atto costitutivo di una società di persone è superiore alla normale durata della vita umana, si considera la società come contratta a tempo indeterminato, con conseguente possibilità per i soci del recesso ad nutum, ai sensi dell'art. 2265 c.c.

I presupposti per il trasferimento ai soci dei crediti della società estinta

Cass. Civ. – Sez. II – 26 febbraio 2024, n. 4971

In caso di estinzione di una società in presenza di rapporti giuridici pendenti, per potersi configurare il trasferimento del credito vantato dalla società cancellata ai soci, occorre verificare, alternativamente, che esso sia stato iscritto nel bilancio di liquidazione, ovvero che, in caso contrario, esso non sia incerto, illiquido o non si risolva in una mera pretesa.

Bancarotta semplice: condannato il sindaco inerte se la sua condotta omissiva concorre nell'aggravamento del dissesto

Cass. Pen. – Sez. V – (29 novembre 2023), 22 febbraio 2024, n. 7723

La mancata denunzia di macroscopiche violazioni attuate dagli amministratori della società e l'inerzia a fronte della mancata convocazione da parte degli amministratori dell'assemblea nell'ipotesi di riduzione del capitale al disotto del minimo legale, sono condotte idonee ad affermare la responsabilità dei sindaci per il reato di bancarotta semplice, quando risulti provata la causalità tra azione omissiva e aggravamento del dissesto nonché l'efficacia del comportamento alternativo lecito.

Il finanziamento a società per ritardarne il fallimento è contrario al buon costume e non restituibile

Cass. Civ. – Sez. I – 19 febbraio 2024, n. 4376

È contraria al buon costume, e come tale irripetibile ai sensi dell'art. 2035 c.c., l'erogazione di somme di denaro in favore di un'impresa già in stato di decozione, integrante un vero e proprio finanziamento, che consente all'imprenditore di ritardare la dichiarazione di fallimento, incrementando l'esposizione debitoria dell'impresa trattandosi di condotta preordinata alla violazione delle generali regole di correttezza che governano le relazioni di mercato.

No al sequestro delle somme frutto di accordo transattivo sul risarcimento dei danni subiti dalla società fallita per la mala gestio

Cass. Pen. - Sez. III – (24 ottobre 2023), 14 febbraio 2024, n. 6577

Le somme acquisite dalla società fallita nel corso del fallimento, pervenute tramite la curatela fallimentare a titolo di transazione con i sindaci e gli amministratori per il risarcimento del danno provocato alla società e ai creditori social, non possono considerarsi frutto dell'attività sociale e non sono, pertanto, soggette a sequestro preventivo finalizzato alla confisca diretta del profitto per reati tributari, ex art. 12-bis d.lgs. n. 74/2000.

Estinzione della società: il creditore insoddisfatto deve provare la distribuzione dell'attivo ai soci

Cass. Civ. – Sez. III – 14 febbraio 2024, n. 4141

In tema di effetti della cancellazione di società di capitali dal registro delle imprese nei confronti dei creditori sociali insoddisfatti, il disposto dell'art. 2495, comma 2, c.c., implica che l'obbligazione sociale non si estingue ma si trasferisce ai soci, i quali ne rispondono nei limiti di quanto riscosso a seguito della liquidazione, sicché grava sul creditore l'onere della prova circa la distribuzione dell'attivo sociale e la riscossione di una quota di esso in base al bilancio finale di liquidazione, trattandosi di elemento della fattispecie costitutiva del diritto azionato dal creditore nei confronti del socio.

L'eliminazione della clausola di prelazione nella s.r.l. può essere abuso di maggioranza

Cass. Civ. - Sez. I – 14 febbraio 2024, n. 4034

L'adozione di una delibera con cui viene abolita la prelazione interna in una s.r.l. può costituire abuso della maggioranza se risulta provato che i soci di maggioranza abbiano agito in modo strumentale, per recare un danno ingiustificato al socio di minoranza, in violazione del canone di buona fede oggettiva di cui all'art. 1375 c.c.

Mutuo sovrafinanziato: la nullità non si estende alle garanzie accessorie

Cass. Civ. – Sez. I – 7 febbraio 2024, n. 3462

La nullità del mutuo fondiario per eccedenza del finanziamento non comporta l'inefficacia delle garanzie che, in aggiunta al beneficio fondiario, la banca finanziatrice ha ottenuto da un terzo, con il fine di assicurarsi per altra via l'adempimento del credito restitutorio. Il limite di finanziabilità ex art. 38 TUB, infatti, non costituisce elemento essenziale del contenuto del contratto, bensì un elemento meramente specificativo o integrativo dell'oggetto contrattuale fissato dall'autorità di vigilanza sul sistema bancario nell'ambito della c.d. vigilanza prudenziale.

La qualifica di amministratore di fatto può desumersi anche dalla procura generale ad negotia

Cass. Pen. – Sez. V – (26 ottobre 2023), 2 febbraio 2024, n. 4816

Ai fini dell'affermazione di una responsabilità penale, la prova della qualifica di amministratore di fatto può trarsi anche dal conferimento di una procura generale ad negotia, quando questa, per l'epoca del suo conferimento e per il suo oggetto, concernente l'attribuzione di autonomi e ampi poteri, sia sintomatica della esistenza del potere di esercitare attività gestoria in modo non episodico o occasionale ovvero sia seguita dall'attivazione dei poteri conferiti con la procura stessa.

Non c'è bancarotta preferenziale se il pagamento dei creditori è finalizzato al riequilibrio finanziario e patrimoniale

Cass. Pen. – Sez. V – (26 ottobre 2023), 2 febbraio 2024, n. 4814

Il dolo specifico richiesto dal delitto di bancarotta fraudolenta non è configurabile nel caso in cui il pagamento effettuato in favore del creditore o dei creditori soddisfatti sia volto, in via esclusiva o prevalente, alla salvaguardia della attività sociale o imprenditoriale ed il risultato di evitare il fallimento possa ritenersi più che ragionevolmente perseguibile.

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