Richiamare precedenti giurisprudenziali sulla medesima disposizione del CCNL limita l’interpretazione del giudice?

Teresa Zappia
21 Marzo 2024

Non può ritenersi dotata di efficacia erga omnes l'interpretazione fornita da precedenti sentenze di una determinata disposizione negoziale collettiva.

Se il lavoratore, a fondamento del proprio ricorso, riporta plurime precedenti sentenze passate in giudicato sulle medesime questioni afferenti all'interpretazione della stessa disposizione di un CCNL, il giudice è tenuto ad adottare la medesima posizione ermeneutica su quelle disposizioni negoziali collettive?

La questione richiede, innanzitutto, di rammentare che il giudicato formatosi in un determinato giudizio può spiegare “efficacia riflessa” nei confronti di soggetti rimasti estranei al rapporto processuale a condizione che:

i) i terzi non siano titolari di un diritto autonomo, scaturente da un distinto rapporto giuridico o costituito su un rapporto diverso da quello dedotto nel primo giudizio;

ii) i terzi non possano risentire un pregiudizio giuridico dalla precedente decisione;

iii) l'efficacia riflessa riguardi soltanto l'affermazione di una situazione giuridica che non ammette la possibilità di un diverso accertamento. Pertanto, qualora non ricorrano tali condizioni, e salvo diversa ed espressa indicazione normativa, il terzo non potrà avvalersi di un precedente come fondamento della propria pretesa (né riceverne un pregiudizio).

Dovrebbe trattarsi, dunque, di una sentenza contenente un'affermazione obiettiva di verità che non ammette la possibilità di un diverso accertamento, il che non potrebbe affermarsi in relazione all'interpretazione di clausole di un contratto collettivo. Diversamente opinando, infatti, si finirebbe per ammettere la possibilità per il giudice di interpretare con efficacia erga omnes la disposizione negoziale collettiva.