Unioncamere: i nuovi dati sulle procedure di composizione negoziata della crisi d'impresa

La Redazione
20 Maggio 2024

Unioncamere ha diffuso i nuovi dati sulle procedure di composizione negoziata della crisi aggiornati al 17 maggio 2024, qui confrontati con le precedenti rilevazioni.

Secondo i nuovi dati forniti da Unioncamere, aggiornati al 17 maggio 2024, sono 1.450 le istanze di composizione negoziata presentate (di cui il 9% in relazione a gruppi di imprese). Secondo i dati aggiornati al 16 novembre 2023 le istanze totali erano 1.037, mentre al 16 maggio 2023 erano 767, dal ché si ricava una percentuale di incremento in crescita.

Il maggior numero delle istanze si riscontra in Lombardia, seguita dal Lazio, Emilia-Romagna, Veneto e Toscana, rappresentanti circa il 60% del totale delle istanze.

Nel 76% dei casi sono state richieste misure protettive (a novembre 2023 erano il 74%), mentre nel 49% dei casi sono state richieste misure sospensive ex art. 20 c.c.i.i. (47% a novembre 2023).

Poche le imprese che fanno ricorso al test pratico: solo 512, il 35% del totale (in sensibile calo percentuale rispetto a novembre, quando sulle 1037 totali, in 364 casi, il 53%, era stato fatto ricorso al test).

Sul totale istanze presentate, 831 risultano archiviate e 87 sono state rifiutate.

Le istanze rifiutate sono 87, il 6%, dato in linea con novembre 2023 (6,3%).

Occorre sottolineare l'aumento percentuale costante degli esiti positivi: dal 12,35% di maggio 2023, al 17% di novembre 2023, al 18% nell'ultima rilevazione (153 in numeri assoluti).

Delle istanze che hanno avuto esito positivo, la composizione negoziata ha portato:

  • in 65 casi è stato concluso un accordo ai sensi dell'art. 23 comma 1, lett. c), c.c.i.i. (va segnalato che a novembre e maggio 2023 i casi erano rispettivamente 32 e 10);
  • in 43 casi alla conclusione di un contratto con i creditori ex art. 23 comma 1, lett. a), c.c.i.i. (secondo i dati di novembre 2023, i casi erano 23);
  • in 21 casi è stata presentata domanda di omologazione di un accordo di ristrutturazione dei debiti ex art. 23 comma 2, lett. b), c.c.i.i. (a novembre 2023 erano 11);
  • in 18 casi è stata fatta richiesta di accesso ad uno degli strumenti di regolazione della crisi e dell'insolvenza disciplinati dal c.c.i.i.;
  • in 6 casi è stato predisposto un piano di attestato di risanamento di cui all'art. 56 c.c.i.i.

Il documento fornisce anche un grafico indicante i valori percentuali relativi alle modalità di chiusura negativa della composizione negoziata, ove si legge che nel 51% dei casi si è trattato di esito negativo, nel 37% dei casi non sono state rilevate prospettive di risanamento e nel 12% dei casi l'imprenditore ha rinunciato a proseguire la procedura.

Una novità dei dati di maggio 2024 è l'analisi di confronto tra le caratteristiche delle imprese che concludono con successo la procedura di composizione negoziata e quelle che, invece, registrano una chiusura negativa. Si nota che le imprese per le quali la composizione negoziata si è conclusa positivamente sono più grandi di quelle che hanno registrato un esito negativo, sia in termini di lavoratori (55 contro 45 in media) che di attivo di bilancio (di circa il 48%).

Il documento, inoltre, indica che sui totali 666 accessi alla composizione negoziata che hanno avuto esito sfavorevole, in 323 casi si registra l'avvio di una procedura disciplinata dal c.c.i.i. e, in particolare:

  • nei confronti di 158 imprese è stata aperta una procedura liquidatoria (liquidazione giudiziale/controllata e procedura fallimentare secondo la previgente disciplina del r.d.
  • n. 267/1942);
  • 78 imprese risultano in scioglimento e liquidazione volontaria;
  • 13 imprese hanno avuto accesso al concordato preventivo;
  • 3 imprese hanno depositato una domanda di omologazione di un accordo ristrutturazione;
  • 82 imprese hanno presentato ricorso per l'omologazione del concordato semplificato per la liquidazione del patrimonio.

Per quanto riguarda gli elenchi degli esperti, figurano 4.266 iscritti agli elenchi regionali, provenienti per lo più dalla Lombardia, dalla Toscana, dall'Emilia-Romagna, dal Veneto e dal Lazio (secondo i dati di maggio 2023 erano 3668). Secondo i dati di maggio 2023, degli iscritti solo 316 (l'8,4%) avevano in quel momento un incarico assegnato, mentre solo 15 ne hanno due.

La stragrande maggioranza degli esperti è ancora rappresentata dalla categoria dei commercialisti (79%), seguita poi da quella degli avvocati (19%). Ancora molto scarse risultano le iscrizioni dei dirigenti d'impresa (43) e dei consulenti del lavoro (16).

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