La digitalizzazione dell’Amministrazione: la decisione amministrativa mediante algoritmi

05 Giugno 2024

Il contributo affronta il tema sempre più attuale della digitalizzazione applicata al settore dell'amministrazione della giustizia, descrivendo alcuni degli strumenti tecnologici che possono essere utilizzati dall'Amministrazione finanziaria per rideterminare la pretesa erariale, con conseguente riduzione dei tempi per l'adozione della decisione.

Il processo di digitalizzazione

Al fine di rideterminare la pretesa erariale, l'Amministrazione Finanziaria può avvalersi dei cd. algoritmi. Come asserito dal Consiglio di Stato (il quale ha dettato le regole per il corretto utilizzo degli algoritmi) «il ricorso all'algoritmo va correttamente inquadrato in termini di modulo organizzativo, di strumento procedimentale ed istruttorio, soggetto alle verifiche tipiche di ogni procedimento amministrativo, il quale resta il modus operandi della scelta autoritativa, da svolgersi sulla scorta delle legislazione attributiva del potere e delle finalità dalla stessa attribuite all'organo pubblico, titolare del potere» (Cons. Stato, Sez. VI, 4 febbraio 2020, n. 881, in Massima Redazionale, 2020).

Gli algoritmi consentono all'Amministrazione Finanziaria di avvalersi di un supporto tecnologico con conseguente riduzione dei tempi per l'adozione della decisione.

La decisione, tuttavia, non potrà essere il risultato dell'applicazione sic et simpliciter del parametro (con il rischio, dunque, di non ricostruire la effettiva capacità contributiva dell'interessato), ma dovrà essere mediata da una fase cd. partecipativa da attivarsi obbligatoriamente.

Se è vero, infatti, che l'algoritmo può essere uno strumento utilizzato dall'Ufficio per ricostruire il reddito dell'interessato, allo stesso modo non può essere esso l'unico elemento a fondare la decisione amministrativa. Al fine di una corretta applicazione del parametro è necessario l'intervento del contribuente che può “correggere” le risultanze derivanti dall'applicazione dell'algoritmo. La digitalizzazione può riguardare anche la giustizia e, in tal caso, si parla di giustizia cd. predittiva la quale consente di prevedere l'esito del giudizio sulla base di precedenti calcoli. Inevitabilmente, tale strumento rischia di compromettere la creatività del lavoro dei giudici, i quali si limiterebbero a considerare i “precedenti” sulla base di apposite banche dati.

I nuovi algoritmi in uso dall'Amministrazione Finanziaria: l'evasometro anonimizzato

Secondo quanto previsto nella recente direttiva 2023/74424 dell'Agenzia Entrate, l'IA affiancherà, al momento, i funzionari nella fase di selezione dei soggetti da sottoporre a controlli.

Lo strumento adoperato è il cd. anonimetro, (in G.U. dell' 1 luglio 2022 n. 152 è stato pubblicato il decreto 28 giugno 2022 del Ministero dell'Economia delle Finanze riguardante l'algoritmo antievasione), definito così in quanto analizza i dati contenuti nei conti correnti dei contribuenti in modo anonimo (i dati personali dei contribuenti sono sostituiti da codici fittizi) senza che emerga il collegamento con il titolare e con il fine di effettuare una analisi del rischio fiscale, analizzando i dati contenuti proprio nell'anagrafe dei conti correnti.

Solo nell'ipotesi in cui emergano situazioni anomale, l'Agenzia delle Entrate potrà associare il dato alla persona, mentre i contribuenti che, alla fine del processo non saranno sottoposti a controlli fiscali, potranno contare sulla sicurezza della protezione dei propri dati e, appunto, sull'anonimato.

La verifica dei rapporti finanziari

Un ulteriore algoritmo di cui può avvalersi l'Amministrazione Finanziaria per rideterminare la pretesa erariale è il cd. Vera, verifica dei rapporti finanziari.

Esso nasce in risposta all'approvazione del disegno di legge delega, il 16 marzo 2023, da parte del Consiglio dei ministri. In particolare, tra i vari obiettivi fissati dalla legge delega, l'art. 15 prevede l'implementazione «dell'utilizzo delle tecnologie digitali, anche supportate dall'intelligenza artificiale, al fine di ottenere, attraverso la piena interoperabilità tra le banche dati, la disponibilità delle informazioni rilevanti e garantirne il tempestivo utilizzo» per «circoscrivere l'attività di controllo nei confronti di soggetti a più alto rischio fiscale».

L'algoritmo Vera è stato sviluppato al fine di supportare gli Uffici preposti al controllo ad effettuare efficaci selezioni delle posizioni nei cui confronti avviare un'attività istruttoria. In particolare, detto algoritmo «consente di ordinare le diverse posizioni di soggetti già individuati a seguito di specifiche analisi del rischio, secondo un rank che può essere utilizzato per stabilire un criterio di priorità nella calendarizzazione delle attività» (P. Piantavigna, Verso un Fisco sempre più digitale. Ma è necessario seguire i principi europei , in Il Quotidiano Giuridico, 14 ottobre 2023). Ovviamente, le risultanze vengono integrate con le informazioni possedute dalle strutture di controllo e, di conseguenza, costituiscono solo una delle componenti del quadro istruttorio complessivo (S. A. Parente, Le funzioni giurisdizionali e di accertamento tributario nell'epoca della data economy e dei sistemi di cloud computing: l'ausilio di intelligenze artificiali, big data e algoritmi informatici, in Euro Balkan Law and Economics Review, 30 giugno 2023).

In concreto, l'algoritmo Vera consente all'Ufficio di rideterminare la pretesa erariale sulla base di controlli incrociati (M. Foti, L'intelligenza artificiale al servizio dell'Agenzia delle Entrate, in Il Quotidiano Giuridico, 21 agosto 2023). I contribuenti individuati nelle c.d. liste, selezionate dall'Intelligenza Artificiale, saranno sottoposti a nuovi approfondimenti e, al termine di tale processo, si passerà alla fase di controllo (effettuata dal funzionario). L'IA, infatti, è ufficialmente parte integrante del lavoro dei funzionari ed opera, pertanto, al servizio del Fisco, che con la citata direttiva 2023/74424, ha affidato all'ufficio data science il compito di sviluppare  «metodologie di supporto alle attività di controllo preventivo, anche avvalendosi di tecniche di machine learning e intelligenza artificiale» .

Successivamente, anche nella ipotesi dell'algoritmo Vera, deve essere attivata una fase di contraddittorio preventivo che permette all'ufficio di rendere edotto il contribuente degli esiti della procedura automatizzata, dando avvio a procedure di cooperazione tra i soggetti coinvolti: verrebbe così favorita una disclousure sui dati non in possesso dell'amministrazione finanziaria funzionale ad integrare gli elementi conoscitivi a propria disposizione e, se del caso, ripetere l'elaborazione algoritmica. Assume, pertanto, anche in tal caso, rilevanza la partecipazione endoprocedimentale, ormai garantita per ogni metodologia accertativa. In particolare, l'Ufficio considera le informazioni derivanti dalla dichiarazione dei redditi, dagli acquisiti effettuati online o tramite app, nonché le informazioni che provengono dagli Istituti di credito.

Anche per gli algoritmi usati dall'Amministrazione Finanziaria valgono le regole della cd. legalità algoritmica, sicchè l'algoritmo deve essere conoscibile, accessibile e rispettare il principio della trasparenza amministrativa.

Il regolamento sull'intelligenza artificiale

Diversi spunti di riflessione provengono dal Regolamento sull'intelligenza artificiale (AI Act) approvato il 13 marzo e realizzato con il precipuo scopo di garantire i diritti fondamentali dell'individuo, la democrazia, nonché di attuare i principi dello Stato di diritto. Il Regolamento, pertanto, si propone come strumento di garanzia per i cittadini che potrebbero essere pregiudicati dall'utilizzo dello strumento tecnologico.

A seguire, il Consiglio dei Ministri n. 78 del 23 aprile 2024 ha approvato un disegno di legge per l'introduzione di disposizioni e la delega al Governo in materia di intelligenza artificiale. Come si legge nel disegno predetto, le tecnologie devono basarsi sui principi di trasparenza, proporzionalità, sicurezza, protezione dei dati personali, riservatezza e sostenibilità (emerge, dunque, uno stretto collegamento tra digitalizzazione e sviluppo sostenibile). L'uso dell'algoritmo, tuttavia, è legittimo solo se ed in quanto il codice alfanumerico non sia fondativo in via esclusiva della decisione amministrativa e non abbia effetti discriminatori.

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