Risarcimento danni da immissioni rumorose: come si valuta la tollerabilità?

La Redazione
19 Luglio 2024

La questione posta all’attenzione della Suprema Corte è la seguente: come si valuta e dove si pone la soglia di tollerabilità delle immissioni sonore?

Un Comune organizza, nel periodo estivo, delle manifestazioni culturali che si tengono in piazza. Alcuni residenti della piazza convengono in giudizio il Comune, perché trovano intollerabili i rumori provenienti dall'allestimento del palco e dallo svolgimento degli spettacoli, che si protraggono fino a tarda notte, pregiudicando il godimento delle loro abitazioni. Sia il Tribunale che la Corte d'appello valutano i rumori emessi dalle manifestazioni superiori alla soglia dei decibel consentiti e condannano l'ente pubblico al risarcimento danni. Il Comune ricorre in Cassazione, sostenendo che i giudici di primo e secondo grado si siano erroneamente basati sul DPCM del 1997 per giudicare intollerabili i rumori emessi dagli spettacoli, nonostante tale DPCM non si applichi alle manifestazioni culturali e nonostante il Comune abbia un proprio regolamento, il quale prevede una soglia di decibel più alta.

Chiarisce la Cassazione che la tollerabilità si deve valutare in base al caso concreto, tenendo conto dei luoghi, degli orari, delle caratteristiche della zona e delle abitudini degli abitanti, quindi i limiti sonori indicati sia nel DPCM del '97 sia nel regolamento comunale sono meramente indicativi, perché anche immissioni che rientrino in quei limiti possono considerarsi intollerabili nella situazione concreta. Di conseguenza, la Corte rigetta il ricorso e conferma la condanna del Comune al risarcimento danni.

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