Royalties escluse dal valore della merce in dogana

La Redazione
25 Luglio 2024

La controversia coinvolgeva una società importatrice che era licenziataria, in diversi Stati, di alcuni marchi per la loro rappresentazione su capi di abbigliamento sulla base di un contratto di licenza concluso con la licenziante che prevedeva il pagamento di royalties in misura percentuale sulle vendite nette. Tale società acquistava i capi di abbigliamento liberamente da qualsiasi produttore extraeuropeo senza coinvolgere la licenziante nel processo di produzione e indipendentemente dal pagamento delle royalties sui capi che poi importava in Italia tramite la rappresentante doganale. L'Ufficio delle dogane rettificava le bollette doganali ritenendo che i diritti di licenza, dovuti dall'importatrice alla licenziante, dovessero essere inclusi nel valore della merce in dogana. In particolare, l'Ufficio riteneva che, in base all'art. 71, par. 1, lett. c) del Codice Doganale dell'Unione e art. 136 del Regolamento di esecuzione, al prezzo effettivamente da pagare per le merci, dovesse aggiungersi, come condizione di vendita, il pagamento delle royalties. L'importatrice, il suo rappresentante doganale e il rappresentante fiscale IVA impugnavano le rettifiche dei dazi e dell'IVA dovuti per i pretesi illeciti doganali. I giudici di primo e secondo grado hanno accolto le doglianze dei ricorrenti. 

I diritti di licenza non devono essere aggiunti al valore delle transazioni e neppure ritenersi incorporati in quel valore qualora l’autorità doganale non fornisca, sulla scorta delle clausole contrattuali e dei rapporti intercorsi tra le parti, alcuna dimostrazione che il pagamento delle royalties costituisca una condizione della vendita assoggettata al controllo doganale. 

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