Luglio 2024: concorso del professionista nelle violazioni tributarie della società, fusione per incorporazione e fallimento, alle S.U. la qualifica di mutuo solutorio

La Redazione
07 Agosto 2024

Nel mese di Luglio la Cassazione civile si è occupata di distribuzione occulta di utili nelle società a ristretta base azionaria, di ammissibilità del concorso del professionista nelle violazioni tributarie commesse dalla società, di giurisdizione in materia di azioni di responsabilità nei confronti degli amministratori di società partecipate, di nozione di sede amministrativa della società a fini tributari, di clausole statutarie che impongono ai soci di possedere determinati requisiti e conseguenze del venir meno di tali requisiti, di fusione per incorporazione e ricorso per fallimento. La Cassazione rinvia, inoltre, alle Sezioni Unite una questione relativa alla qualificazione di un mutuo come solutorio. In sede penale, si registrano pronunce in tema di bancarotta fraudolenta patrimoniale prefallimentare, di illecita influenza sull'assemblea e di responsabilità penale dell'amministratore privo di deleghe.

Divieto di anatocismo, anche senza delibera CICR

Cass. Civ. - Sez. I - 30 luglio 2024, n. 21344

In tema di contratti bancari, l'art. 120, comma 2, t.u.b., come sostituito dall'art. 1, comma 628, L. n. 147 del 2013, fa divieto di applicazione dell'anatocismo a far data dal 1 dicembre 2014 e tale prescrizione è da ritenersi operante indipendentemente dall'adozione, da parte del CICR, della delibera, prevista da tale norma, circa le modalità e i criteri per la produzione di interessi nelle operazioni poste in essere nell'esercizio dell'attività bancaria.

La prova contraria nella presunzione di distribuzione occulta di utili extra-contabili

Cass. Civ. – Sez. Trib. – 29 luglio 2024, n. 21158

L'art. 39, comma 1, lett. d), del d.p.r. n. 600/1973 legittima la presunzione di attribuzione pro quota ai soci degli utili extra bilancio prodotti da società di capitali a ristretta base azionaria, con conseguente inversione dell'onere della prova a carico del contribuente, il quale non può limitarsi a denunciare la propria estraneità alla gestione e conduzione societaria, ma deve dimostrare - eventualmente anche ricorrendo alla prova presuntiva - che i maggiori ricavi non siano stati effettivamente realizzati dalla società, che quest'ultima non li abbia distribuiti, ma accantonati o reinvestiti, ovvero che degli stessi se ne sia appropriato altro soggetto.

Sì al concorso del professionista nelle violazioni tributarie commesse dalla società

Cass. Civ. – Sez. Trib. – 25 luglio 2024, n. 20697

L'art. 9 del decreto legislativo n. 472 del 1997 è norma compatibile con l'art. 7 del decreto legge n. 269 del 2003, convertito, con modificazione, dalla legge n. 326 del 2003, con la conseguenza che è configurabile, nella sussistenza di tutti gli elementi costitutivi, il concorso di persone terze nelle violazioni tributarie relative alle società con personalità giuridica e la loro sanzionabilità.

Al giudice ordinario le azioni di responsabilità verso gli amministratori di una società in house

Cass. Civ. – Sez. Unite – 23 luglio 2024, n. 20297

In tema di azioni di responsabilità esercitata, ex art. 146, comma 2, l.fall., dal curatore del fallimento di società partecipate o cd. “in house” nei confronti degli amministratori, sussiste la giurisdizione del giudice ordinario, tanto in relazione all'azione esercitata dall'ente territoriale nell'interesse della società, quanto in relazione all'azione risarcitoria esercitata dal Comune ai sensi dell'art. 2395 c.c., con la quale è prospettata la lesione in via diretta del patrimonio del socio in conseguenza della condotta dolosa o colposa degli Amministratori convenuti.

Responsabilità del liquidatore per crediti tributari della società

Cass. Civ. – Sez. Trib. – 19 luglio 2024, n. 20014

In materia di responsabilità del liquidatore ex art. 36 d.P.R. n. 602/1973, traente titolo per fatto proprio, ex lege, di natura civilistica e non tributaria, la preventiva iscrizione a ruolo del credito tributario societario non costituisce condizione necessaria per la legittimità dell'atto di accertamento emesso, ai sensi del quinto comma dello stesso art. 36, nei confronti del liquidatore, il quale, in sede di ricorso avverso tale avviso, potrà contestare, innanzi agli organi della giustizia tributaria, la sussistenza dei presupposti dell'azione intrapresa nei suoi confronti ivi compresa la debenza di imposte a carico della società.

La nozione di sede amministrativa della società ai fini tributari

Cass. Civ. – Sez. Trib. – 19 luglio 2024, n. 20002

Ai fini delle imposte sui redditi delle società, tra i criteri di collegamento con il territorio dello Stato (la cui ricorrenza determina la residenza in Italia e l'assoggettamento alla potestà impositiva del fisco italiano) di cui all'art. 73, comma 3, TUIR, vi è la sede amministrativa: in quanto contrapposta alla "sede legale", la sede amministrativa deve ritenersi coincidente con quella di "sede effettiva" (di matrice civilistica), intesa come il luogo dove hanno concreto svolgimento le attività amministrative e di direzione dell'ente e si convocano le assemblee, e cioè il luogo deputato, o stabilmente utilizzato, per l'accentramento - nei rapporti interni e con i terzi - degli organi e degli uffici societari in vista del compimento degli affari e dell'impulso dell'attività dell'ente.

La bancarotta prefallimentare è reato di pericolo: occorre valutare la qualità del distacco patrimoniale

Cass. Pen. – Sez. V – (14 febbraio) 17 luglio 2024, n. 28941

il reato di bancarotta fraudolenta patrimoniale prefallimentare è un reato di pericolo concreto, in quanto l'atto di depauperamento, incidendo negativamente sulla consistenza del patrimonio sociale, deve essere idoneo a creare un pericolo per il soddisfacimento delle ragioni creditorie, che deve permanere fino al tempo che precede l'apertura della procedura fallimentare, sicché, ai fini della prova del reato, il giudice non può basarsi soltanto sulla mera constatazione dell'esistenza dell'atto distrattivo in quanto tale, ma deve valutare la qualità del distacco patrimoniale.

Alle Sezioni Unite la qualificazione del mutuo solutorio

Cass. Civ. – Sez. II – 10 luglio 2024, n. 18903

La Corte rimette gli atti alla Prima Presidente, per l'eventuale assegnazione della causa alle Sezioni Unite, chiamata a pronunciarsi sulla qualificazione del cosiddetto "mutuo solutorio", alla luce di soluzioni non uniformi nella giurisprudenza di questa Corte e che hanno indubbio rilievo concettuale e pratico, tali da costituire anche questioni di massima di particolare importanza.

Obbligo di vendere la quota per il socio che non possiede più determinati requisiti: è recesso, non esclusione

Cass. Civ. – Sez. I – 10 luglio 2024, n. 18891

È pienamente valida una clausola statutaria che imponga ai soci di possedere determinati requisiti, accertabili senza margini di discrezionalità. Al venir meno di tali requisiti, non si parla di esclusione del socio ma di recesso convenzionale obbligatorio-vincolato, con la conseguenza che non è necessaria la relativa delibera assembleare.

L'illecita influenza sull'assemblea è reato di evento

Cass. Pen. – Sez. V – (5 aprile) 3 luglio 2024, n. 26135

Il delitto di illecita influenza sulla assemblea ex art. 2636 c.c. è delitto di evento, posto a tutela dell'interesse al corretto funzionamento dell'organo assembleare, cosicché gli atti fraudolenti o simulati devono effettivamente determinare la maggioranza in assemblea, il che presuppone che una assemblea sia stata effettivamente tenuta, non risultando invece sufficiente ad integrare la condotta di reato la sola simulazione della tenuta della assemblea.

Bancarotta e responsabilità penale dell'amministratore privo di deleghe

Cass. Pen. – Sez. V – (7 marzo) 3 luglio 2024, n. 26115

L'amministratore senza deleghe non può considerarsi responsabile della bancarotta fraudolenta commessa dagli altri componenti del consiglio di amministrazione per il solo mancato esercizio dei generici doveri di intervento che attengono alla sua posizione. È, invece, necessaria la prova della effettiva conoscenza delle condotte mendaci o distrattive degli amministratori dotati di deleghe e della volontà di avallarle con la propria inerzia.

Fusione per incorporazione: il ricorso per fallimento va notificato all'incorporata

Cass. Civ. – Sez. I – 3 luglio 2024, n. 18261

Nell'ipotesi di operazione straordinaria di fusione ex art. 2504 e s. c.c., che estingue la società incorporata e provoca la successione universale della società incorporante in tutti i rapporti giuridici attivi e passivi, anche processuali, in cui era parte la prima, per il caso di insolvenza di questa trova applicazione la disciplina speciale di cui all'art. 10 L.Fall., che consente il fallimento della società incorporata entro i limiti temporali ivi previsti; ne consegue che, ai fini della corretta instaurazione del contraddittorio ex art.15 L.Fall., il soggetto debitore destinatario della notifica del ricorso e dell'avviso di convocazione va individuato nella società incorporata, in persona del suo legale rappresentante, società che, pur se estinta ed invece solo ai fini dell'eventuale dichiarazione di fallimento, conserva la propria identità, non essendo peraltro precluso alla società incorporante l'intervento nel giudizio prefallimentare e comunque la proposizione di reclamo, nella qualità di soggetto interessato, avverso l'eventuale sentenza di fallimento dell'incorporata medesima

Distribuzione occulta di utili: presupposti per la validità dell'accertamento al socio poi receduto

Cass. Civ. – Sez. Trib. – 1 luglio 2024, n. 18038

In tema di accertamento nei confronti del socio di società a ristretta partecipazione sociale, ove tra l'anno d'imposta sottoposto ad accertamento ed il momento della notificazione alla società dell'atto impositivo il socio sia receduto dalla compagine sociale, è nullo l'avviso di accertamento a lui notificato per i maggiori redditi di capitale presuntivamente distribuiti, quando esso, rinviando per relationem alla motivazione dell'avviso di accertamento indirizzato alla società, manchi dell'allegazione della documentazione citata o della riproduzione dei suoi contenuti essenziali.

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