Trasfusione con sangue infetto: dies a quo del calcolo del danno e danno in re ipsa
13 Dicembre 2024
Tizio conveniva in giudizio il Ministero della Salute chiedendo che fosse condannato al risarcimento danni derivanti da una emotrasfusione con sangue infetto avvenuta quando aveva diciannove anni, nel 1971. Nel giudizio interveniva il coniuge dell’attore, chiedendo anch’essa i danni a lei causati dalla patologia del marito. Il giudice accoglieva la domanda di Tizio e calcolava il danno in base all’età che aveva il danneggiato quando il contagio aveva manifestato i suoi effetti e non a quella in cui la trasfusione era avvenuta; inoltre, rigettava la domanda della moglie in quanto, secondo il Tribunale, non aveva fornito alcuna prova diretta del danno da lei patito. Tizio impugnava la sentenza, ma l’appello veniva respinto. Tizio, allora, ricorreva in Cassazione, sostenendo che:
La Suprema Corte ha rigettato entrambi i motivi, ribadendo che:
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