Gli ultimi interventi fiscali come espressione di una fiscalità green
18 Dicembre 2024
Premessa La finanza pubblica, anche alla luce delle ultime riforme fiscali, si dimostra sempre più collaborativa e contributiva nel perseguimento dei fini istituzionali. La sostenibilità ambientale, la tutela della salute, l'implementazione della decartolarizzazione, sono alcuni degli obiettivi perseguiti dal fisco, in funzione di ausilio agli adempimenti statali. Per assolvere a tale compito collaborativo si avvale di forme cd. agevolative. In tal senso si collocano gli ultimi interventi riformistici in materia di sostenibilità ambientale. Piano transizione 4.0 Il riferimento è al piano transizione 4. 0 con cui il fisco si rivolge essenzialmente alle imprese che si dotino di attrezzature o materiali che rispondano agli obiettivi di digitalizzazione. Esso è funzionale a supportare e incentivare le imprese che investano in beni strumentali nuovi, materiali e immateriali, strumentali alla trasformazione tecnologica e digitale dei processi produttivi. Le agevolazioni si presentano sotto forma di crediti di imposta che le imprese possono utilizzare sotto forma di compensazione. È riconducibile all’ultimo decreto fiscale rubricato “Misure urgenti in materia economica e fiscale in favore degli enti territoriali”, la previsione e lo stanziamento di somme da destinare proprio ai predetti crediti di imposta. Il contribuente che voglia avvalersi di tale istituto deve provvedere a comunicare in via preventiva e consuntiva tutti gli investimenti effettuati a partire dal 30 marzo 2024. Da maggio 2024, in linea con la digitalizzazione degli adempimenti amministrativi, la richiesta di compensazione va presentata unicamente tramite la nuova piattaforma attiva sul portale GSE. Tale procedura non comporta alcun aggravio per il contribuente il quale potrà facilmente scaricare la modulistica per accedere alla compensazione. Le agevolazioni fiscali di cui sopra perseguono due finalità: in primis, contribuire all'implementazione della digitalizzazione; in secondo luogo rendere le imprese più competitive sul mercato e generare così un ritorno economico (che può significare anche maggiori posti di lavoro generatori di capacità contributiva). Oltre alle imprese, aumenta anche la competitività del paese con la digitalizzazione delle aziende. Sulla stessa scia si colloca l'altro credito di imposta per ricerca e sviluppo, innovazione tecnologica, design e ideazione estetica. La legge di bilancio 2024 ha previsto, inoltre, il piano Archimede diretto a favorire gli investimenti, anche sociali, che garantiscano un alto valore aggiunto come quelli nelle infrastrutture strategiche e per la transizione tecnologica, verde e digitale delle imprese, quest’ultimo rappresenta un altro obiettivo statale. Transizione 5.0 Come sottolineato in precedenza, tra gli obiettivi, nazionali e sovranazionali, vi è anche quello di sostenibilità ambientale. In tal senso si colloca la quinta rivoluzione industriale che vede ancora una volta le imprese, secondo un principio di sussidiarietà orizzontale, in funzione di sussidio al fisco, in prima linea verso il perseguimento di fini istituzionali. In concreto la green era si traduce nel riconoscimento di agevolazioni fiscali in favore delle imprese che si adeguino agli standard verdi e una maggiorazione per quelle imprese che continuino ad utilizzare dei metodi tradizionali, non adeguandosi al cambiamento culturale. È sempre nella stessa ottica che si colloca il Decreto fiscale in tema di Irpef e Ires che ha previsto per le attività agricole che migliorino l’ambiente una serie di agevolazioni fiscali mediante l’attribuzione di certificati verdi. Questi ultimi hanno il compito di attestare che l’impresa persegua delle finalità di sostenibilità ambientale e rappresentano un incentivo per tutte le attività produttive che vogliano essere riconosciute come “green”. Da tali certificati nasce il diritto delle imprese a godere dei benefici fiscali. Quanto detto si pone in linea con un cambiamento culturale che parte dal consumatore il quale, soprattutto negli ultimi anni, appare più attento alle imprese che adottino politiche di “green economy”. Si intravede, dunque, una stretta relazione tra Stato, Fisco e mercato: le imprese dotate dei predetti certificati sono, infatti, dotate di una maggiore vis attrattiva e risultano più competitive sul mercato. La fiscalità green non è una novità nel panorama fiscale se si pensa che sono già presenti nel sistema tributario le tasse cd. ecologiche che attribuiscono una natura e un valore economico all’ambiente. Si pensi, ancora alle agevolazioni fiscali previste in favore delle autovetture cd. green che inducono il consumatore (in particolare le aziende) a dotarsi di macchinari e strumentazioni in linea con i criteri di sostenibilità ambientale oppure ai benefici fiscali previsti per le abitazioni “green” cd. Bonus case green che riguarda gli acquisti effettuati nel 2023. In particolare ciò assume rilevanza, a seguito della costituzionalizzazione del diritto all’ambiente avvenuta qualche tempo fa (art. 9 Cost.). L’obiettivo è creare una cultura ambientale, rivolta ai diversi stakeholder economici (imprese e consumatori). L’educazione ambientale è un elemento fondamentale per la promozione di un’economia circolare, che va imperniata su nuove misure ed azioni sempre più efficaci, fra cui l’ecodesign dei prodotti. Osservazioni conclusive L’innovazione e l’incentivo alla educazione ambientale favoriscono il consolidamento della capacità delle imprese di acquisire posizioni di mercato di lunga durata. Il fisco assolve, pertanto, ad una funzione che potremmo definire promozionale, in quanto nel riconoscere benefici fiscali, favorisce la divulgazione di una cultura valoriale, come nel caso delle imprese che investano in beni ecocompatibili. Quanto detto fino ad ora è l’espressione di uno Stato multilivello, promotore dello sviluppo sostenibile e, insieme, più finanziatore della ricerca, dell'innovazione e della formazione permanente. |