Insetti in una zuppa preparata: risarcimento del danno e motivazione apparente
17 Dicembre 2024
Tizio conveniva in giudizio un venditore di alimentari per ottenerne il risarcimento per i danni patrimoniali e non patrimoniali, avendo mangiato una "zuppa rustica" acquistata dal convenuto e prodotta da Alfa Spa, così ingerendo inavvertitamente piccoli insetti neri che vi erano dentro e subendo dolori gastrici per cui si rivolgeva al Pronto soccorso, ricevendo la diagnosi di «sindrome dispeptica (nausea, eruttazione) dopo assunzione di cibo infestato da insetti non meglio specificati». Il Tribunale dichiarava la società convenuta «responsabile della vendita del prodotto infestato da insetti» e la condannava a risarcire all'attore il danno nella misura di € 3.000 oltre interessi. Tizio proponeva appello fondato su un’errata quantificazione del danno, essendosi il Tribunale discostatosi dalla ctu e non avendo motivato in proposito, ma la Corte d’appello confermava la sentenza resa in primo grado. Tizio adiva la Corte di cassazione, lamentando una motivazione apparente della sentenza impugnata, avendo la Corte territoriale meramente richiamato la sentenza di primo grado, discostandosi anch’essa dalla ctu e riconoscendo a carico di Tizio una corresponsabilità dovuta al suo «comportamento privo di qualunque attenzione» e ad una sintomatologia fobica che - secondo la Corte - aveva causato il malessere, sintomatologia di cui non v’era traccia nella ctu. La Suprema Corte ha accolto il ricorso, attestando l’apparenza della motivazione resa dalla sentenza impugnata, poiché questa aveva seguito il primo giudice nel divergere dalla ctu sulla base di rilievi del tutto generici, senza spiegare da cosa avesse tratto la «sintomatologia fobica» attribuita al ricorrente. Difatti, il ctu aveva eseguito proprio una «valutazione psicodiagnostica» sulle condizioni del ricorrente, da cui i giudici di merito si erano immotivatamente discostati. Afferma la Cassazione: «la motivazione fornita dalla Corte territoriale è apodittica, ovvero meramente assertiva, non spingendosi oltre la rapida e incompleta citazione di elementi di particolare rilevanza … e "svuotando" in toto il significato di una valutazione psicodiagnostica presente nella consulenza d'ufficio». La Cassazione, dunque, ha cassato la sentenza con rinvio alla Corte d’appello in diversa composizione per una nuova decisione in merito alla controversia. |