La liquidazione dell'attivo ai tempi della crisi: proposte operative

20 Novembre 2013

L'Autore analizza le modalità di liquidazione dell'attivo nelle procedure concorsuali alla luce della crisi economica mondiale e di quella italiana in particolare, evidenziando la necessità, per gli organi delle procedure, di intercettare la domanda di beni e tecnologie, da parte di utilizzatori collocati nei paesi emergenti, attraverso attività di comunicazione, semplificazione e servizio che consentano di avvicinare la vendita fallimentare ai comportamenti solitamente adottati nelle trattative commerciali.
Premessa

La crisi economica mondiale e, in particolare, quella italiana, impongono delle riflessioni in merito alle modalità di liquidazione dell'attivo nelle procedure concorsuali.

Il mercato mondiale “sembra” faccia sempre più fatica ad assorbire i beni mobili e gli stabilimenti industriali “lasciati sul campo” dalla crisi italiana.

Le procedure competitive di vendita stentano a raggiungere il proprio scopo satisfattivo, perché i potenziali acquirenti sono sempre più rarefatti e quelli che resistono sono nelle condizioni di scegliere in una situazione di offerta abnorme.

Negli ultimi anni il mercato mondiale, in conseguenza di un credit crunch che ha interessato anche molti paesi europei, ha perso gran parte dei suoi abituali competitors: la categoria dei commercianti di beni industriali, i maggiori acquirenti del second hand, si è ridotta di moltissime unità, incidendo in maniera negativa sulle concrete possibilità di vendita e ricollocazione all'interno del mercato UE.

Esiste, tuttavia, una grande domanda di beni e di tecnologia italiana che stiamo rischiando di lasciare insoddisfatta.

Questi potenziali acquirenti sono gli “utilizzatori finali” mondiali, collocati principalmente nei paesi emergenti, che ricercano in Italia macchinari e che spesso vedono la loro ricerca restare inevasa.

I motivi di questa situazione sono principalmente tre :

  • innanzi tutto la difficoltà reciproca (per le procedure concorsuali e per i potenziali acquirenti) di intercettare le reciproche istanze; domanda e offerta si devono incrociare - la comunicazione;

  • la necessità degli acquirenti di trattative chiare, di conoscenza delle specificità dell'offerta e la ragionevole aspettativa di un'aggiudicazione veloce, l'esigenza, irrinunciabile, di una “sburocratizzazione” delle modalità di vendita. E' impensabile che un cliente estero possa confrontarsi con i riti dei tribunali italiani (bandi, cauzioni, rilanci, decreti di aggiudicazione prima provvisori e poi definitivi ecc.); - la semplificazione;

  • la necessità di un servizio pre e post vendita che equipari le vendite fallimentari ad una vera e propria trattativa commerciale - il servizio

La comunicazione

Per quanto riguarda l'attività del Curatore, sorge il problema di come poter garantire la massima informazione e pubblicità quando lo scenario di ricollocazione dell'attivo esce dai confini provinciali e nazionali ed entra nell'ambito della globalizzazione.

Negli ultimi mesi, infatti, sembrano essere drasticamente diminuite le inserzioni sui quotidiani nazionali, segno di una crescente sfiducia in questo mezzo di comunicazione (che è anche il più costoso).

Le inserzioni sui siti internet specializzati non riescono ad intercettare la domanda internazionale: sono esclusivamente in italiano, pubblicano inventari con scansioni scritte a mano e spesso illeggibili, la descrizione dei beni in vendita è estremamente carente.

Occorre necessariamente un salto di qualità, occorre rifocalizzare l'obbiettivo: sono i beni in vendita ad avere bisogno di pubblicità, non la procedura.

Una diversa attenzione, sin dalla fase di inventario, per cercare di descrivere correttamente i macchinari a disposizione; l'intervento di personale tecnico specializzato, la traduzione in più lingue, tale da permettere una lettura dell'annuncio anche in altre parti del mondo, diventano prerogative fondamentali per una corretta comunicazione.

Anche la semplice pubblicazione sui siti internet non raggiunge lo scopo; è necessario uno sforzo proattivo della comunicazione che, attraverso la ricerca e la selezione dei potenziali acquirenti, comunichi in maniera mirata la presenza delle opportunità offerte dai beni in vendita da parte delle procedure concorsuali, ricercando anche potenziali investitori per il riavvio dell'azienda fallita.

Occorre quindi, il ricorso a strutture specialistiche, che, di concerto con gli organi delle procedure, provvedano alla selezione degli utenti ed alla loro preventiva e completa informazione; nel pieno rispetto dell'intento del legislatore.

La semplificazione

Abbiamo già detto della mutazione della platea dei potenziali acquirenti: sono sempre di più gli utilizzatori finali a ricercare direttamente macchinari ed impianti industriali nelle vendite concorsuali e, in maggioranza, provenienti da paesi stranieri.

Per tutti loro i meccanismi di vendita, improntati principalmente verso passaggi burocratici che salvaguardano la forma, talvolta a scapito del risultato, risultano difficilmente praticabili.

La necessità di depositare cauzioni, spesso con assegni circolari, in cancelleria; l'astruso meccanismo delle aggiudicazioni provvisorie, seguite da quelle definitive; tutto questo tende ad escludere la partecipazione di utenti finali, nazionali ed internazionali, che hanno necessità di tempi certi per impiegare i macchinari nelle proprie aziende.

Le intenzioni del legislatore, nel proporre la riforma della materia fallimentare, devono essere intese come un'apertura verso forme di vendita semplificate, possibilmente uniformi sull'intero territorio nazionale, affidando alla prassi virtuosa la soluzione di un problema quotidiano per i curatori fallimentari.

La trattativa privata ovvero la vendita senza incanto, se preceduta da una corretta azione di comunicazione, è una formula sicuramente trasparente di vendita, soprattutto se raggiunge il risultato (Amatore, Il programma di liquidazione nel fallimento, Giuffrè 2012).

Le mutate condizioni del mercato impongono un focus sul risultato finale: il passaggio logico è quello di affiancare alla massima trasparenza la massima efficacia.

La formula più agevole, per affrontare il mercato internazionale, ci appare quella di richiedere, entro la data fissata, la “migliore offerta

da parte del partecipante.


Ove tale offerta fosse superiore al “prezzo di riserva

(valore minimo di aggiudicazione in precedenza concordato con la procedura, e verosimilmente mai inferiore al valore peritale di stima), si potrà procedere all'aggiudicazione immediata al miglior offerente.

Questa modalità (vendita a tempo con prezzo prefissato) ha l'effetto di assegnare data certa alla vendita e di scoraggiare atteggiamenti ribassisti che condizionano, da sempre, i risultati dei primi esperimenti di vendita.

Il servizio

Per la nuova situazione che si è venuta a creare a livello mondiale è sempre più importante un diverso atteggiamento nei confronti dei potenziali acquirenti.

La procedura, necessariamente, deve avvicinarsi ai comportamenti solitamente adottati da un commerciante specializzato, oppure deve farsi assistere, in questo compito, dalla figura dell'operatore specializzato previsto dall'art. 107 l. fall..

E' necessario fornire assistenza nelle fasi che precedono l'acquisto, semplificare le modalità di vendita, e, una volta conclusa la trattativa, procedere ad incombenze e pratiche ineludibili: mettere in sicurezza il sito industriale (anche predisponendo i piani di sicurezza antinfortunistici), facilitare eventuali revamping, definire l'attività logistica, le pratiche doganali, in poche parole, facilitare l'acquisto da parte dell'utilizzatore finale.

Si tratta quindi di avvicinare l'operatività italiana a quella che, già da anni, è messa in atto dagli operatori internazionali, in virtù di procedure legislative semplificate, e che rendono i players mondiali più competitivi di quelli italiani.

Per questa tematica, quindi, non possono essere mossi particolari rilievi al legislatore; di fatto è stata demandata alla prassi un'attività che, evidentemente, non voleva e non doveva essere eccessivamente irregimentata e, soprattutto, necessitava di essere sempre al passo con i mutati scenari nazionali ed internazionali.

L'articolo 107 della legge fallimentare italiana è, oggi, forse una delle norme più moderne nelle pari legislazioni europee, e spetta ai professionisti il compito di renderlo anche il più efficace.

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