Società professionali e associazioni in partecipazione, arriveranno le risposte
27 Febbraio 2015
La questione della soggezione ad IRAP delle società tra professionisti e delle associazioni in partecipazione, lungi dall'essere pacifica, è ora aperta più che mai: dal dettato della legge (il combinato disposto degli artt. 2 e 3 del D.Lgs. n. 446/1997) discende l'automatica imposizione? Anche se viene accertata l'insussistenza dell'autonoma organizzazione?
Consapevole dei forti dubbi in proposito, la Sesta Sezione Civile di Cassazione ha chiesto al Primo Presidente, con l'ordinanza interlocutoria del 25 febbraio, n. 3870, di rimettere la questione alle Sezioni Unite, ai fini di un chiarimento “a tutto tondo”, in modo da ottenere una pronuncia vincolante per i giudici ordinari, che costituisca un sicuro punto di riferimento anche per la redazione dei ricorsi.
Il quesito sollevato Puntando direttamente al sodo, i Giudici di Cassazione chiedono se debba essere sottoposto ad IRAP il “valore aggiunto prodotto nel territorio regionale” da attività di tipo professionale espletate nella veste giuridica societaria, ed in particolare di società semplice (questo il caso della società dei fatti di causa), “anche quando il giudice valuti non sussistente l'autonoma organizzazione dei fattori produttivi”.
Le norma di riferimento A fomentare l'incertezza sulla necessaria soggezione o meno, il dettato delle norme di riferimento, ovvero i citati artt. 2 e 3. In particolare, l'art. 2, dalla sua prima formulazione (che sicuramente non consentiva l'esclusione delle società dall'applicazione dell'IRAP), una volta riformato dal D.Lgs. n. 137/1998, prevede ora specificatamente che (ai fini IRAP) l'attività deve essere “autonomamente organizzata”. Mentre il successivo art. 3, nell'identificare i soggetti passivi dell'imposta a mezzo del richiamo di “una o più delle attività di cui all'art. 2”, non può che riferirsi a quei soggetti (individuali o collettivi) che esercitano, appunto, “un'attività autonomamente organizzata diretta alla produzione o allo scambio di beni ovvero alla prestazione di servizi”.
Nella speranza che il Primo Presidente accolga il suggerimento, l'intervento delle Sezioni Unite andrebbe a segnare il destino di molte società tra professionisti . |